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La pazza gioia

Regia di Paolo Virzì vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La pazza gioia

di karugnin
4 stelle

Di Virzì la cosa che mi piace di più sono le sceneggiature. Di ferro. Senza buchi. Inattaccabili. Ad esempio ho molto apprezzato la scena al centro commerciale, quando la farmacista si rifiuta di vendere il Valium senza ricetta medica, sia in gocce che in compresse, alla Ramazzotti. Bella anche l'idea che la Tedeschi creda davvero di telefonare al giudice che l'ha condannata, in piena notte, e che si convinca che questi non le riattacchi il telefono in faccia. Sono rimasto ammirato dalla sofisticatezza dello stratagemma narrativo di come farle finire proprio al Seven Apple quella sera, col passaggio al volo. Ho tirato un sospiro di sollievo quando l'una cerca di spaccare la bottiglia in testa all'altra, fortunatamente mancandola, che lì se no l'ammazza o quasi. Ho riso di gusto sull'accento pugliese del carabiniere all'ospedale, che ideona, ma come gli vengono. Mi sono commosso quando in spiaggia Elia legge il proprio nome tatuato sul petto della sconosciuta in costume e giustamente se ne stupisce. Ma soprattutto sono rimasto ammirato dalla credibilità di tutti i cialtroni di contorno e dalla profondità dei loro personaggi: il padre pianista sfigato, il rapidissimo trucido (l'immobiliarista) che fa da citofono a pisciata dal balcone in sette secondi, l'idiota coi dvd porno a vista che si fa rubare l'auto "e chi la recupera più ora, vai a sapere dove me la porteranno, certo non al ristorante in centro cazzo", le mamme coi loro begli spiegoni, l'avvocato che si libera facile di consorte, figli, e sei dozzine di ospiti assortiti per trombarsi l'ex moglie fedifraga e bancarottiera, il padre biologico di Elia e la dettagliatezza degli illuminanti flashback che lo riguardano.

Ah, gli script di Virzì.

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