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Un momento di follia

Regia di Jean-François Richet vedi scheda film

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La recensione su Un momento di follia

di mc 5
8 stelle

Il film in sè non è un granchè, d'accordo, ma io andrei piano a seppellirlo di critiche come stanno facendo quasi tutti nel recensirlo. Okay, è una storia da poco e già vista innumerevoli volte, ma dobbiamo fare i conti con quel "quid" che possiedono i registi francesi e cioè quel senso indefinibile che unisce leggerezza, malinconia, dramma e passione. Ed è qualcosa che -per dire- noi italiani non avremo mai. E che è poi uno di quegli elementi che hanno reso grande il cinema d'oltralpe. La vicenda è semplicissima, verte su sentimenti e situazioni banali e scontati ma che sono indagati con sapienza e con furbizia da parte di Jean François Richet (regista e co-sceneggiatore). Il quale peraltro può contare su due attori che esprimono il meglio della recitazione in terra di Francia e inoltre su due giovanissime attrici che sembrano fatte apposta per i loro due ruoli. La trama in due parole. Due amici per la pelle (suil35/40 anni) vanno in vacanza in Corsica con le rispettive figlie quasi maggiorenni. Piccola parentesi ma importante: il film ci mostra paesaggi favolosi dell'isola di Corsica, alcuni da mozzare il fiato (natura incontaminata, mare, distese di verde). Il problema che salta fuori è il più banale: una delle due ragazze ha gli ormoni a mille, anche la sua amica, ma lei ha di bello (o di brutto) che è terribilmente maliziosa e che fa? seduce il padre dell'amica, Il quale ci sta per cascare poi fa retromarcia realizzando che stava per fare la più grande cazzata del mondo: perdere la testa per una adolescente inquieta. "E il padre di costei come la prende" direte voi (quasi) in coro? Beh, lui è una specie di mammalucco che non s'accorge di nulla, ma su questo versante c'è un evento finale che non posso certo svelare. Detta così pare quasi una commedia italiana maliziosa degli anni 70, eppure ha il suo perchè. Sullo sfondo di una Corsica bella da paura che ha mantenuto sacche di tradizione (le cacce al cinghiale, le feste di paese, la solidarietà tra paesani) e della modernità ha ssorbito le cose più ovvie (la techno in discoteca come sfondo di amorazzi da spiaggia). Insomma diciamo che nel film si respira un'aria particolare tra antico e moderno che non mi è affatto dispiaciuta. E poi vabbè, si indaga sulle reazioni e sui comportamenti di questi quattro personaggi, ciascuno descritto con cura nei proprio risvolti psicologici. E aggiungerei anche una colonna sonora (io ho sempre avuto un debole per la canzone popolare francese) che contrappone la techno delle sequenze in discoteca alle melodie popolari francesi e agli inni tradizionali (la scena della caccia al cinghiale) . Un film che ci fa conoscere uno sfondo per noi desueto (la Corsica) come palcoscenico per una commedia agrodolce, dove la malinconia e il grottesco sfidano continuamente il dramma. Un dramma che sta sempre lì, sospeso, in attesa di una deflagrazione che attende per compiersi proprio i minuti finali, ma forse in maniera meno traumatica di quello che ci si potrebbe aspettare. O forse no. Dipende. Bisogna vedere il film per capire l'evoluzione dei sentimenti di tutti, traditi e traditori. La sostanza del discorso è che siamo deboli. Siamo fragili. E spesso non pronti all'evento che ci può sconvolgere la vita. Vincent Cassel formidabile e che gareggia in bravura con quel monumento del cinema francese che è François Cluzet, due grandi performance da commedianti rodatissimi. E le due ragazzine sono di una bellezza irresistibile, esattamente come i loro due personaggi. Come accennavo all'inizio, nulla di speciale, tuttaltro che memorabile, ma un film che comunque si fa vedere volentieri. Non entrate in sala a film iniziato, mi raccomando: vi perdereste le note ineguagliabili di Charles Trenet che -sulle immagini del mare di Corsica- canta una delle canzoni più struggenti di tutti i tempi. "La mer". PS: sollecitato da una recensione, sono andato a curiosare su google, scoprendo che il Richet che ha diretto questa commedia non eccezionale in realtà ha un passato incredibile. Se indagherete anche voi appurerete che è lo stesso regista di "Nemico Pubblico n,1" (sempre con Vincent Cassel ) che uscì da noi diviso in due parti e film che io amai moltissimo, un thriller-crime- action memorabile ma prima ancora aveva diretto due bombe politiche d'azione a base di rap e di furia anticapitalista (credo mai uscite in Italia). Per non parlare di un notevolissimo remake (produzione franco-americana) del carpenteriano "Distretto 13". Beh allora ....massimo rispetto pour monsieur Richet.

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