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La vergine di cera

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su La vergine di cera

di alan smithee
7 stelle

VINCENT, BORIS, CHRISTOHER & CO.

Un ufficiale francese (Jack Nicholson), rimasto indietro rispetto ai ranghi del suo plotone per motivi non specificati, incontra sul suo cammino, entro un ameno e selvaggio paesaggio sulla costa, una figura di donna bellissima (Sandra Knight)che lo attrae a sé e poi scompare. Persi i sensi a seguito di un incidente, l'uomo verrà accorso da un'anziana donna che lo indirizzerà presso un maniero in riva al mare.

In loco l'ufficiale farà conoscenza col vecchio barone Von Leppe (Boris Karloff), che lo accoglierà con garbo, e rimarrà come stordito dal notare che la donna raffigurata nei quadri del castello, che rappresenta la moglie morta giovane del padrone di casa, assomiglia incredibilmente alla donna della sua visione, che continuerà ad apparirgli tra gli ambienti un po' misteriosi e suggestivi di quel grande maniero.

Indagando, l'ufficiale scoprirà una verità incredibile, ove tra stregonerie e scambi di persona, si sviscera e chiarisce il terribile segreto che si cela dietro una stirpe dannata confinata entro un lugubre e suggestivo maniero che custodisce i dettagli di un mistero impossibile.

Accreditato ufficialmente come film di Roger Corman, del quale mantiene l'accurata ossessione per le location suggestive, gli scorci fiabeschi e cupi di castelli arroccati in bilico sul mare, ed i colori vivi e sgargianti tipici di molta della folta cinematografia del celebre autore indipendente (qui la fotografia è davvero eccellente), The Terror (questo il titolo originale), il film pare sia stato girato in collaborazione con Francis Ford Coppola, che figura anche tra i produttori esecutivi della pellicola, da Jack Nicholson stesso, protagonista assoluto della macabra vicenda, nonché da Monte Hellman e Jack Hill, quest'ultimo anche sceneggiatore.

Ognuno di costoro, impegnato a vario titolo nel progetto, ha inteso dare un proprio punto di vista alla vicenda, già di per sé piuttosto elaborata e complessa, fornendoci in tal modo un proprio personale punto di vista. 

Si tratta di una produzione in famiglia, suffragata altresì dalla circostanza che l'interprete Sandra Knight era all'epoca la moglie di Nicholson, con cui Corman, apice indiscusso dell'operazione, intendeva sfruttare le scenografie recentemente utilizzate per il suo precedente La città dei mostri, girando e montando il tutto in pochi giorni.

Come spesso capita nei film indipendenti del celebre autore, lo scarso budget non si traduce in trasandatezza e la vicenda, gestita con la solita professionalità, riesce a tradursi in un film più che dignitoso, in grado di tener desta l'attenzione dello spettatore.

  

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