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Banat (Il viaggio)

Regia di Adriano Valerio vedi scheda film

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La recensione su Banat (Il viaggio)

di maghella
4 stelle

Adriano Valerio al suo primo lungometraggio cerca di fare “il colpaccio”. Utilizzare una storia d'amore, infarcita di tematica sociale, tutto incorniciato da uno “sguardo d'autore”. Per quanto mi riguarda non ci riesce.

Ivo e Clara si incontrano casualmente a Bari, mentre Ivo sta lasciando l'appartamento che Clara dovrà abitare al suo posto. Tra i due nasce subito una intesa, l'attrazione fisica è evidente. Ivo – che fa l'agronomo - deve però partire il giorno dopo per un lavoro in Romania. I due si separano a malincuore, rimanendo comunque in contatto. Clara rimane così a Bari, in compagnia della scorbutica padrona di casa (alla quale per giunta ha perso la cagnolina). Ivo invece non trova in Romania il buon lavoro che si augurava, ma piuttosto una situazione al limite del drammatico.

 

Clara viene licenziata e decide di raggiungere l'amico in Romania, e qui (ovviamente) capiscono di essersi innamorati . Clara però aspetta già un bambino da un compagno precedente... ma Ivo, nonostante il lavoro vada a scatafascio, nonostante si trovi in un posto decisamente brutto e poco accogliente, con il suo accento da toscanaccio, propone alla ragazza di rimanere lì con lui.

 

L'ingegno tutto italiano troverà le soluzioni ai contadini rumeni, che continuano a guardare vecchi video proiettati sui muri scalcinati di ruderi freddi e malsani. Ma chi se ne frega quando c'è l'amore e la salute? Il finale poi casca nel “visto e rivisto”, proprio come nei video che continuano a vedere i rumeni del film sui loro muri.

 

Cosa non ha funzionato in un film che sulla carta poteva aver tutto per essere almeno sufficiente? Troppa ambizione nei dialoghi, che a tratti appaiono imbarazzanti per quanto inverosimili.

I fermo immagini a mò di fotografia, per soffermarsi sui pensieri e i ricordi dei personaggi. Questa tecnica doveva forse servire per sottolineare passaggi importanti nella storia? Per aggiungere un tocco poetico? Rimane un “di più” che serve solo a rallentare un film di per sé già molto lento.

Un scollegamento netto tra la prima parte del film con la seconda. Sparisce completamente di scena la padrona di casa, che essendo interpretata da Piera Degli Esposti, meritava per lo meno un trattamento migliore. I personaggi vanno e vengono senza spiegazioni, e quando vengono date risultano inutili o insufficienti per lo scorrimento narrativo. Un pasticcio insomma.

 

Il regista cerca l'effetto scenico tramite la buona fotografia, ma tutto rimane sterile, non porta a nessun tipo di coinvolgimento. Passano i minuti, e io mi auguro che accada la tragedia, si faccia male qualcuno, anche una morte va bene. Niente. E quello che di fatto è drammatico è che certe tematiche vengano trattate in maniera così superficiale affidandosi alla macchina da presa, alle luci e ai colori.

Era interessante il viaggio (Banat appunto) alla rovescia di Ivo: mentre c'è l'esodo da parte della gente dell'est verso i paese occidentali, lui è deciso a rimanere lì per sistemare le cose. Purtroppo l'idea buona non è supportata dalla sceneggiatura, e la regia diventa davvero troppo leziosa e pretestuosa.

Edoardo Gabriellini è sempre l'Edoardo Gabriellini visto in molti film: bravo, ma non basta più. Arrivati a questo punto della sua carriera, forse è il caso che azzardi personaggi differenti dal solito “bravo ragazzo toscano”.

Elena Radonicich è incinta veramente. Forse è stata scelta per questo, o hanno dovuto cambiare la sceneggiatura in corso per via della sua gravidanza? Che sia una cosa o l'altra è del tutto indifferente al fine della sua interpretazione.

Brava sempre brava, anche in piccole parti come questa, Piera Degli Esposti. Per poche scene riesce a dare una luce diversa al film. E' una grande attrice.

 

Nota personale.

La produzione non si è fatta perciò mancare l'attrice veramente incinta che fa la donna incinta. Cosa tanto di moda in questi ultimi anni. In questo caso la possiamo vedere mentre fa l'amore in più posizioni mostrando il suo bel pancino di pochi mesi. Era necessario? Anche questa mi è parsa una ulteriore forzatura. Ma qui entrano in gioco le mie fissazioni su certi tipi di valori e rispetto per sé stessi, perciò non è da considerare questa mia ultima osservazione valida per una obiettiva valutazione al film. La scena di sesso oltrettutto non è nemmeno scandalosa o sconvolgente più di tanto, alquanto inutile come molte all'interno del film.

 

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