Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Statistiche e grafiche sono la principale - e certo non piccola - novità presente in questo documentario sullo stato di disagio del meridione nazionale; Lizzani non si limita infatti a percorrere il sud con la sua macchina da presa, ma per risultare maggiormente incisivo racconta la realtà tramite numeri e dati certificati, che spiegano qualcosa di più sull'arretratezza non solo economica di quelle terre. Ma qualcosa è cambiato, dice il cortometraggio (22 minuti di durata): innanzitutto nella mentalità degli abitanti, provati dalla guerra e dalla miseria conseguente. Lizzani, già partigiano nella resistenza, cominciò a girare al termine del secondo conflitto mondiale, licenziando qualche documentario in cortometraggio, come era usanza (anche grazie a facilitazioni ministeriali) all'epoca; questo non è il suo primo lavoro, ma di certo è quello più noto del periodo. Anche perchè l'anno seguente il regista debutterà nel lungometraggio a soggetto con Achtung! Banditi!, primo vero e proprio successo per lui. L'interesse di Lizzani per il mezzogiorno si era già rivelato nel precedente Viaggio al sud (1949), mentre quello per l'inchiesta (sociologica più che giornalistica) viveva anche nei coevi Via Emilia km 147 (1949) e Modena, una città dell'Emilia rossa (1950). Scritto dal regista con Mario Alicata. 6/10.
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