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Tutti possono arricchire tranne i poveri

Regia di Mauro Severino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tutti possono arricchire tranne i poveri

di zombi
8 stelle

uno dei miei cult infantil-adolescenziali. mi è sempre piaciuto e ne ho sempre conservato un bel ricordo e rivedendolo ieri sera, ho piacevolmente avuto conferma che nonostante tutto, per me, è un signor discreto film. il miraggio di un tempo era il totocalcio(quello odierno -tra gli altri- si chiama "turista per sempre")e l'incubo di allora come quello di oggi era quello di scampare al parentame e agli amici alla ricerca di un pezzetto di terrena felicità. e così quando giovanni vince al totocalcio, insieme alla moglie partono per la costa azzurra e il paradiso fiscale di montecarlo per mettere al sicuro i soldi e far parte della società che conta. ma al destino che li ha destinati alla casta di subordinati-proletari senza nemmeno riuscire ad averne di prole(la gravidanza di viviana sarà una fantozziana beffa sotto forma di sonora scureggia), non mancherà di ricondurli al loro stato di appartenenza dopo aver sperperato tutti i soldi in speculazioni pilotate proprio dalla contessa, proprietaria della ditta per cui lavorava giovanni. l'isterica nobildonna ricondurrà i pezzenti che si sono osati ad invadere un territorio ben delimitato che li tollera ma non appartiene loro, dopo averli derisi per bene con gli amici in una notte in villa per festeggiare l'affare(l'acquisizione di un'isola su cui poi la contessa costruirà a perdita d'occhio, e giovanni vuole assolutamente architetti e costruttori italiani perchè sanno sfruttare ogni centimetro utile)e l'essere divenuti cittadini monegaschi con l'acquisto di una mega villa in cui finiranno per fare i camerieri, in una scena che a me ha fatto sinceramente rabbia e pena. benché doppiata, barbara bouchet è una perfetta proprietaria d'azienda del nord, spazientita dagli scioperi visti in tv col perenne calice di champagne in mano mai riutilizzato una seconda volta, infastidita più dal fatto che il nome della ditta si veda meno di quello di un suo amico-concorrente. di mirabile bellezza, senza spogliarsi è bravissima nel ruolo di superba-stronza. montesano nel suo periodo dorato fa montesano ed è ben supportato da una misurata mazzamauro, forse nel ruolo non comico tout-court della vita. abbandonati sull'isolotto deserto,ai coniugi ridotti sul lastrico dopo che il ministro che doveva agevolare i permessi per la speculazione edilizia è stato costretto alle dimissioni, non rimane che sfogarsi su se stessi prendendosi a sonori sganassoni. io direi, da rivalutare.

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