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Suburra

Regia di Stefano Sollima vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Suburra

di Enrique
7 stelle

https://www.youtube.com/watch?v=sWsUNbdc5IM&index=3&list=PL1TLhN6HoDLFjdzTlN9UqjTHhB9OozDL7

 

La versione di Viola.

Greta Scarano

Suburra (2015): Greta Scarano

 

Subito indispone la confusione; di uffici, ruoli, livelli e piani del tutto diversi fra loro, scollegati in apparenza (ma, per alcuni di essi, il nesso stenterà ad emergere anche nel prosieguo); il mix-up di carte (le più importanti e/o scottanti), con la sfacciataggine di chi vuole puntare troppo in alto (come quando, nello stesso calderone, si miscela, a mio avviso pretestuosamente, sacro e profano, senza avere cura di acclarare quale e quanto sia il grado di commistione fra i 2 piani); la torbida apparenza è un condensato di gratuito eccesso dei modi (non dei toni), dai tratti quasi caricaturali. Sensazionalismo un po’ ingiustificato che suscita, prima facie, diffidenza e distacco.

 

Ma ci vuole poco a che la diffidenza digradi, gradualmente, in spettacolo; accattivante… da togliere il fiato.

Già da subito altri elementi, preziosi - e, a mio avviso, neanche meramente di contesto (una abbacinante fotografia elettro-pop, pienamente votata alla causa dei contrasti e una soundtrack – che bella scoperta gli M83! - eccezionale, sontuosa e lenitiva) - rendono più agevole il progressivo intensificarsi dell’interesse per lo sviluppo dell’intreccio. Elementi parte di un’estetica tracimante forza vitale…. ma soprattutto e la sua nemesi.

Perché non manca molto che l’intreccio si rivela in tutte le sue appassionanti venature da poderoso thriller del crimine.

Così - non senza, a ben vedere, inciampare in piccoli (e meno piccoli) vizi di scrittura, tanto di singole scene, quanto di situazione apparentemente meno di dettaglio – sempre più il film si (e ci) immerge completamente nella Suburra italiana e rileva appieno tutte sue intenzioni; instant movie (avvinghiato alla realtà, ma non sottomesso alla cronaca; FilmTV Rivista) che romanza gli ingranaggi dei massimi sistemi del malaffare di “casa” nostra, a partire dal sangue che, senza tregua, imbratta le città e dalla pioggia che ha l’ingrato compito di nasconderne le tracce (ciò che è alquanto difficile quando piove, come in questi anni, sul bagnato… e l’acqua tracima dagli argini del sottosuolo con l’unico significato della “resa”; GIANNISV66)…

 

E poi quella disperata di Malgradi (Favino) verso l’autoblu da cui dipende non più, di una legge (norma generale ed astratta che interessa molti), il destino, ma esclusivamente il suo (!!), non ha prezzo.

 

La messa a fuoco, così, finisce per convincere.

 

E, mentre si chiude un occhio su ciò che avrebbe potuto essere raccontato diversamente, l’altro riesce bene ad immortalare la versione della storia di ciò che, solo pochi anni fa, è stato (a scapito di tutti, o quasi).

 

 

La versione di Viola, di quella storia, quanto meno.

 

https://www.youtube.com/watch?v=dX3k_QDnzHE&list=PL1TLhN6HoDLFjdzTlN9UqjTHhB9OozDL7&index=1

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