Regia di Karel Stekly' vedi scheda film
Trasposizione cinematografica parecchio modesta dell'eccellente, omonimo romanzo di Jaroslav Hasek. Il libro (fiume) poggiava sui deliranti monologhi del protagonista, il film si limita invece a riproporne con cura filologica le gesta.
Seconda trasposizione cinematografica (prima con il sonoro) de “Il buon soldato Schveik” di Jaroslav Hasek. Il romanzo in questione, rimasto inconcluso a causa della prematura morte dell'autore nel 1923, è uno stupendo, ilare manifesto antimilitarista di cui non posso che consigliare la lettura. Il film di Karol Stekly ripercorre passo a passo e con fedeltà filologica le avventure di Svejk, ma il fulcro del libro non erano tanto le sue assurde peripezie, quanto più i suoi deliranti monologhi, e questi sono qui (necessariamente) assenti. Ma anche la qualità tecnica della pellicola lascia parecchio a desiderare, con per di più una fotografia a colori che nel 1956/57 non era proprio cosa (in Europa, quanto meno). E se aggiungiamo la qualità della recitazione da serie B degli attori secondari, il quadro è tristemente completo. Riassumendo: non perdetevi il libro di Hasek; lasciate perdere questo film di Stekly.
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