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Italiano medio

Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film

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La recensione su Italiano medio

di Storiedicinema
7 stelle

Pensate a cosa potrebbe accadere se all'improvviso un tipo incompreso, socialmente impegnato, sensibile e un po' reietto iniziasse ad usare solo il due percento del proprio cervello. Un’esplosione di adrenalina, un'istintiva voglia di eccessi, un' inarrestabile menefreghismo e un animalesco bisogno dell’altro sesso. È quello che accade a GiulioVerme, ambientalista frustrato e anticonvenzionale che, come un moderno e bizzarro Don Chisciotte, vuole salvare il mondo dagli abusi dell’uomo e la società da quelli della televisione. Dopo TV e radio, Maccio Capatonda ( Marcello Macchia), sbarca al cinema con questo film che, in verità, aggiunge poco o nulla a quel concentrato di estrosa comicità che da tempo ha consacrato Maccio a personaggio della risata. In questo esordio, infatti, è facile ritrovare tutti i tratti caratteristici del fenomeno Capatonda, caratterizzato da tormentoni, assurdi individui, caricature estreme, uso di parole improprie e spaccati al limite del reale. Ora, è giusto aggiungere che tutto il materiale di questo film rappresenta un'arma a doppio taglio che Maccio ha in qualche modo deciso di impugnare, scegliendo in maniera fin troppo evidente di perseguire quella via che, senza troppi interventi di restyling, porta dritta al risultato. Perché se da un lato questo linguaggio filmico viene dilatato e articolato in una maniera così abile e oculata da non azzardare quasi nulla e rimanere quindi aggrappato alle certezze del proprio trascorso artistico, dall'altro fa emergere in più di un'occasione una sensazione di ripetitività, rivelando un italiano, quello medio, appunto, già visto e qua e là scontato. Tuttavia la personalità disturbata di Giulio Verme supera in maniera soddisfacente una prova, quella cinematografica, per niente facile, ricca d'insidie legate al botteghino e, ancor più, alla critica sofisticata e bacchettona. E lo fa per almeno due motivi. Il primo è che Italiano medio surclassa senza troppi problemi la gran parte della commedia italiana del momento, fatta di un'infinita quanto estenuante serie di cinepanettoni di reiterata mediocrità e di nuovi autori – Paolo Ruffini, per esempio - sinceramente troppo piatti e inadeguati. Il secondo, più semplice e immediato, è che Italiano medio, nel perseguire la sua vena marcatamente grottesca, fa ridere, diverte, senza lampanti eccezioni. Questo è il punto. C'è poi il sospetto che Maccio, tra le righe dei suoi eccessi, punti a concretizzare qualcosa di diverso, se vogliamo più profondo, qualcosa che insomma vada al di là di questa maschera leggera e goliardica. È l'aspetto pungente della satira, quello che affronta la cultura di massa e ne evidenzia l'amara deriva verso canoni quali l'ignoranza, la rozzezza, il culto dell'immagine. Quella società che venera i reality, ossessionata dalla notorietà, individualista, priva d'umanità e intelligenza. Ma è un sospetto che non si concretizza mai appieno, perché sarebbe velleitario ed ingiusto collocare questo film così in alto, al di sopra del terreno che più gli si addice: quello della commedia spassosa e paradossale. Quindi, con cognizione di ciò, è bene vivere questi novanta minuti ridendo di Maccio, delle sue invenzioni, del suo mondo strampalato, dell'italiano medio e, in fondo, di noi stessi.

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