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Orinoco: Prigioniere del sesso

Regia di Edoardo Mulargia vedi scheda film

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La recensione su Orinoco: Prigioniere del sesso

di mm40
1 stelle
Nel cuore di una foresta impenetrabile c'è una prigione femminile; le detenute sono sottoposte a ogni genere di maltrattamento e violenza, stupro e tortura inclusi. Un gruppo di rivoluzionari tenta così di liberarle.
 

L'ultima pellicola girata da Edoardo Mulargia (16 titoli in 18 anni di carriera) è questa Orinoco: prigioniere del sesso. Come era consuetudine sufficientemente diffusa fra le produzioni più misere di quei tempi, questo film ha un suo 'gemello', cioè Femmine infernali, ovverosia un'opera realizzata simultaneamente, per risparmiare, sfruttando medesimi interpreti, scenografie, costumi e cast tecnici. Oltrettutto anche le due trame sono preoccupantemente simili; la sbiadita sceneggiatura è infatti in entrambi i casi firmata da Sergio Chiusi e Roberto Estevez, binomio che sigilla la co-produzione fra Italia e Spagna alla base dei lavori. Orinoco: prigioniere del sesso è forse la versione più ispirata e che maggiormente concede qualcosa al pubblico; a differenza di Femmine infernali c'è infatti qui un aperto lieto fine e l'inserimento nella trama dei combattenti rivoluzionari rilancia la pellicola nei territori dei film bellici e soprattutto degli spaghetti western. Soprattutto, perchè la colonna sonora di Marcello Giombini regala atmosfere 'messicane' lungo i novanta minuti di proiezione e ripete un tema accattivante come forse non mai nell'intera produzione del musicista. In ogni caso la storia delude da ogni punto di vista (logico in primis) e gli inserti erotici/soft pornografici spiegano qualcosa di più sulle reali ambizioni dell'opera. Fra gli attori in scena ci sono Ajita Wilson, Anthony Steffen, Stelio Candelli e si segnala un ruolino per il caratterista Attilio Dottesio. Se comunemente Mulargia si celava dietro lo pseudonimo Edward G. Muller, qui sceglie di cambiare ulteriormente nom de plume e punta su Tony Moore. 1,5/10.

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