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The Walk

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su The Walk

di supadany
7 stelle

Quando era stato ufficializzato il progetto di Robert Zemeckis su Philippe Petit e la famosa traversata sul vuoto tra le due Torri Gemelle, è stato consequenziale chiedersi come potesse prendere corpo un film completo. Ebbene, Robert Zemeckis si conferma un narratore eccelso, costruendo un film uno e trino, per circa cento minuti di puro cinema, probabilmente non sempre elettrizzante, ma comunque spronato da uno sguardo passionale che sfida i limiti e accoglie in sé la poesia umanistica e un simbolo condiviso che, dall’11 settembre 2001, non c’è più.

Nei primi anni settanta, Philippe Petit (Joseph Gordon-Levitt) sbarca il lunario per le strade di Parigi, dove conosce la sua futura compagna Annie (Charlotte Le Bon). Quando s’imbatte nel circo del suo futuro mentore Papa Rudy (Ben Kingsley), intraprende la passione per la camminata sul filo sospeso, fino ad arrivare a progettare la traversata tra le due Torri Gemelle di New York, ancora in fase di ultimazione.

Le sue abilità non bastano per compiere questa impresa, occorre predisporre un elaborato piano che gli consenta di attuarla.

 

Joseph Gordon-Levitt, Charlotte Lebon

The Walk (2015): Joseph Gordon-Levitt, Charlotte Lebon

 

Raccontare gesta fuori dall’ordinario, dovrebbe essere una missione per gli autori che amano il cinema. Robert Zemeckis brulica di una passione genuina che va ben oltre la reale risultante dei suoi progetti (il tempo perso con Polar Express, La Leggenda di Beowulf e A Christmas Carol la dice lunga) e questa volta azzecca la combinata vincente, mescolando un’impresa personale all’omaggio di un simbolo, costruendo un’opera dalla triplice natura.

Già, The Walk non manca di materiale, coagulato dallo stesso Robert Zemeckis e Christopher Browne, prevedendo la formazione di Petit, la formulazione dell’atto in stile heist movie e poi il pezzo forte dell’impresa.

Così, si parte da una Parigi in bianco e nero del 1973, con il sempiterno fascino degli artisti di strada, si passa alla cultura dell’arte, con il perfezionismo più estremo, per poi formulare il grande colpo. In ogni passaggio, è chiaro lo spirito anarchico del protagonista, per cui, nonostante le diverse nature conglomerate, lo spirito è monocellulare, il fiato sempre sospeso.

Comunque sia, l’essenza ultima rimane legata a quella camminata sul filo, che diviene metafora di vita, per cui ogni passo conta come il successivo, il primo o l’ultimo che sia, poco cambia, e poi si scatenano emozioni forti. L’ebbrezza del vuoto, la concentrazione totale, diventare un tutt’uno con un oggetto - il filo -, isolarsi dal mondo, trovare la pace assoluta, con un performer in lotta e in pace con se stesso. E poi, l’omaggio esplicito alle Torri Gemelle fa accapponare la pelle, e non si fa nulla per evitarlo, anzi è proprio un complemento successivo all’impresa che oggi riempie di sapore il film.

In più, la riuscita dell’operazione è coadiuvata dalla caparbietà di Joseph Gordon-Levitt, che ha imparato veramente da Petit a camminare sul filo (gli extra del blu ray rendono bene l’idea), mentre Charlotte Le Bon è piacevole e la fotografia di Dariusz Wolski riesce a catturare con stile i diversi momenti storici e, soprattutto, la sospensione nel vuoto che è una sorta di panacea dei sensi che fa urlare interiormente “io sono il Re del mondo” molto di più del DiCaprio di titanica memoria.

Così, pur non essendo il film della vita, The walk acquisisce un’incredibile vitalità che attecchisce su più pilastri, anche marginali, come la tenerezza che può scaturire dal vedere misure di controllo/sicurezza che sembrano appartenere a un’altra era geologica.

Insomma, quel vecchio lupo di mare che si chiama Robert Zemeckis non si è dimenticato come si fa a scoccare la freccia emotiva che fibrilla.

Forse fin troppo elementare ma appassionante e comunicativo.

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