Regia di Valerie Gudenus vedi scheda film
In Inghilterra si chiama David Shayler. In Russia Vessarion. In Brasile Inri Cristo. Sono tre uomini molto diversi, per aspetto e carattere, ma sono circondati dallo stesso carisma. Quello che deriva dal fatto di proclamarsi Gesù. Sono in tanti a vedere in loro la nuova incarnazione del Messia, e a decidere di dedicare la propria esistenza a questa singolare fede, che si traduce in servizio attivo, pratica della devozione, vita di comunità. Il documentario di Valerie Gudenus e Heloise Sartorato investiga un volto sconosciuto della religiosità contemporanea, che si riallaccia ad una tradizione antica, per aderire ad una nuova, rivoluzionaria visione del presente. Le sue manifestazioni possono apparire grottesche, incredibili, perfino ridicole per chi le guarda dall’esterno, da una prospettiva laica, disincantata, maggioritaria. Tuttavia sono i segni esteriori di una verità a cui molti credono con tutta l’anima, e che ha effettivamente sconvolto il loro rapporto col mondo. Chi predica la libertà – o il suo lato discutibile, che si chiama relativismo morale – dovrà forse accettare questi fenomeni come una provocazione, che talvolta va nella direzione opposta rispetto al diritto all’autodeterminazione e al rifiuto delle regole. Il misticismo di mescola, a seconda dei casi, con l’ascesi o con il suo contrario, il culto degli eccessi e della trasgressione; indica il ritorno alle origini agresti dell’uomo, o magari, invece, si concilia perfettamente con le mode e le tecnologie contemporanee e le utilizza come strumenti di propaganda. Il film affronta l’argomento senza esprimere giudizi, lasciando parlare i protagonisti di questa scelta controcorrente: coloro che sono venerati come maestri, e coloro che seguono i loro insegnamenti, che si traducono in un modus vivendi fuori dal tempo, di natura settaria ma applicato, apparentemente, con profonda convinzione e nella più totale serenità. La loro testimonianza, in parole ed azioni, è una rassegna di esempi concreti e significativi, che descrivono un cammino anomalo, separato dalla normalità, eppure dotato di piena dignità ed autonomia. Si può gridare allo scandalo, ipotizzare casi di plagio, bieche strumentalizzazioni e vedere, dietro a tanta sviscerata fedeltà, un rapporto di dipendenza oppure di reciproca convenienza: in ogni caso il patto sembra stipulato per la vita, sfidando la mentalità comune e spesso anche il buon senso. La presunta bizzarria, per quanto si presenti, almeno in parte, con i connotati del capriccio, è comunque radicale, e comporta, da parte degli adepti, un grande investimento a livello personale. La cosiddetta diversità passa anche attraverso i caratteri acquisiti, derivati dalla decisione di staccarsi dalla massa per svoltare pagina in una maniera inattesa, assoluta e non classificabile secondo i canoni vigenti. Le strade intraprese si prestano ad essere criticate, ma è istruttivo osservare come le persone che le hanno fatte proprie, abbiano il coraggio – che magari è solo malizia o esibizionismo – di professarle apertamente, senza pudori, esponendole nella vetrina del mondo: a noi non resta che prenderle come possibilità che esistono, che sono state attentamente pensate e coerentemente vissute, e dunque meritano – perché no - di essere considerate col dovuto rispetto e passate al vaglio della coscienza.
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