Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film
Enrico fa un "lavoro difficile da spiegare": convincere dirigenti inefficienti di aziende in crisi a vendere le proprie quote a cordate finanziarie rappresentate dallo studio legale a cui egli offre le sue prestazioni. Lo fa senza grossi rimpianti, convinto che "è la classe dirigente il vero problema del nostro Paese".
Ma allora perché è così in difficoltà nella gestione del giovane Lievi, diciottenne che ha ereditato la Ditta familiare dopo la morte dei genitori? E come mai l'incontro fortuito con Achim Noa, una giovane israeliana con uno stile di vita alternativo, lo destabilizza così tanto?
Una commedia atipica, comunque agrodolce, su una storia certamente più suggerita che raccontata, in cui la fase narrativa è eseguita da musiche e immagini, da silenzi e canzoni, piuttosto che dai dialoghi.
D'altra parte è difficile illustrare un'emozione, quella del protagonista, basata sul desiderio di rivincita nei confronti di un padre, che durante l'infanzia nel momento del bisogno lo aveva abbandonato, attraverso il suo inserimento in un sistema economico che odia e che si illude di "usare" quando invece è quel sistema stesso che sembra plagiarlo almeno fino al fortunato incontro che ne modificherà gli esiti.
Ne risulta alla fine un film gradevole, anche se forse con qualche evanescenza che non sempre il mestiere di Mastandrea riesce a colmare.
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