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Regression

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

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La recensione su Regression

di Furetto60
4 stelle

A metà tra thriller e horror, non funziona.Opaca anche la prova degli attori

Siamo nel 1990 in Minnesota. Uno scandalo sessuale, si abbatte su una piccola cittadina di provincia, un devoto padre di famiglia viene fermato per presunto stupro ai danni di sua figlia. Bruce Kenner alias Ethan Hawke, è il detective incaricato di investigare su questo signore, tale John Gray, tuttavia l’uomo è in stato confusionale e sembra non ricordare con chiarezza l’accaduto, viene convocato dunque lo psicologo Kenneth Raines per cercare di ricostruire gli eventi con il metodo RMT (Recovered Memory Therapy).  Il detective Bruce Kenner conduce con zelo le indagini, per quanto turbato dalle tinte sempre più cupe, che man mano assume il caso. Grazie a questo metodo, a un certo punto l’accusato mostra sprazzi di ricordi e non solo ammette di aver commesso il gravissimo crimine, ma fa affiorare attorno alla vicenda uno scenario nacora più inquietante e complesso, fatto di rituali satanici collettivi, durante la “trance” sussurra il nome di un collega di Bruce, George Nesbitt, anche Angela che nel frattempo ha trovato riparo in una chiesa guidata da un fanatico prelato, interrogata da Bruce, racconta di essere stata violentata e torturata da persone mascherate e individua George, come uno degli stupratori, cosi Nesbitt viene arrestato, per poi essere rilasciato per mancanza di prove. Le indagini coinvolgono anche Roy il fratello di Angela, che aveva abbandonato la casa di famiglia molti anni prima. Anche la nonna di Roy ed Angela, Rose Gray è in qualche modo parte di quel tetro quadro. Le indagini vanno avanti, Bruce, è tormentato da incubi in cui è vittima di macabri rituali satanici. Angela gli confida di avere il timore che la “fantomatica” setta abbia intenzione di eliminarla e anche Bruce, sarebbe in pericolo quanto lei. Racconta al detective che anche la madre, morta, forse suicida, qualche anno prima, aveva notato alcuni strani individui fissarla intensamente per strada e a ricevere strane chiamate da sconosciuti. Anche Bruce ha l’impressione che le persone lo guardino insistentemente, entra in una spirale di paranoia ossessiva, in più nonna Rose si scaraventa fuori dalla finestra di casa, sopravvive e rivela di avere compiuto il gesto in quanto devastata da spettrali visioni. Tuttavia finalmente Bruce guardando un cartellone pubblicitario, e riconoscendo nella donna la protagonista dei propri incubi, capisce di essere vittima di una forte suggestione isterica e che tutti i ricordi di John, evidentemente indotti dalla terapia sono falsi e che l’intera situazione sia in realtà frutto di una psicosi di massa. La conclusione  confermata dall’interessata, ma non suffragata da prove e che Angela ha inventato la storia del suo abuso sin dall’inizio, per sfuggire a una terribile situazione domestica. La sua intenzione iniziale era quella di scappare via col poliziotto George Nesbitt, con il quale aveva una relazione clandestina, ma lui si era tirato indietro, cosi Angela aveva costruito tutta la rete di menzogne, il padre però non ritratta la confessione, per vagheggiare un giorno la riconciliazione con la figlia.  Il film termina con una didascalia: sono stati riportati moltissimi casi del genere, negli anni ’90 e ’80, prima che l’isteria di massa da abuso rituale satanico terminasse.

L’abuso rituale satanico, a cui ci si riferisce in genere con la sigla SRA (Satanic Ritual Abuse), è l’ipotetico abuso fisico e sessuale condotto su innocenti da culti adoratori del diavolo. I presunti casi reali di rituali satanici realmente riportati erano pochissimi, ma le denunce negli anni ’90 furono numerosissime, complice un immaginario patologico, alimentato da fanatismo e fondamentalismo cristiano. In poco tempo, molti corpi di polizia avevano dovuto organizzare dei reparti “dedicati”. L’ipnosi regressiva è una terapia adoperata psichiatricamente, per recuperare memorie di eventi rimossi, non provoca necessariamente falsi ricordi, tuttavia se praticata maldestramente, esercitando eccessive pressioni, allora può effettivamente indurre erronei ricordi, anche di  cose mai veramente accadute. Si rivede Alejandro Amenábar e non è un ritorno col botto, da una premessa potenzialmente  interessante, la storia procede stancamente, la narrazione sembra reggersi su un unico fiacco colpo di scena.
I due temi principali attorno a cui ruota la storia, ovvero l’ipnosi regressiva e il fenomeno del satanismo, sono gestiti superficialmente e gli sviluppi poco credibili, Anche il cast di interpreti, sulla carta prestigioso, in sostanza appare poco brillante. Il film si dimentica in fretta

 

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