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Second Chance

Regia di Susanne Bier vedi scheda film

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La recensione su Second Chance

di FilmTv Rivista
4 stelle

Nessuna solitudine ma molta rabbia per il poliziotto della brigata criminale di Copenaghen Nikolaj Coster-Waldau. Si accanisce contro un brutale tossico che fa vivere la compagna e il bebè in un appartamento-inferno. Lui è papà da poco, c’è da capirlo, ma quando il figlioletto muore per (apparente) SIDS (sindrome della morte in culla), scatta un diabolico piano e saltano i confini morali. Facendo della facile ironia potremmo dire che Susanne Bier, dopo il goffo Una folle passione e al netto di un Oscar vinto con In un mondo migliore (battendo Dogtooth di Lanthimos e La donna che canta di Villeneuve...), abbia sprecato la sua seconda chance. Qui non funziona niente: né la trama poliziesca, ridicola, né le caratterizzazioni falsamente manichee dei personaggi, cui corrispondono relativi ambienti sociali e abitativi che il detour finale rende perfino grotteschi, oltre che schematici. Lo sceneggiatore è Anders Thomas Jensen, regista dell’interessante Le mele di Adamo (2005), che qui però firma un copione con troppa carne al fuoco. E Bier, convinta che il genere e un protagonista macho rendano necessaria una messa in scena enfatica, disdegna le sole cose che invece avrebbero giustificato la sua presenza dietro la macchina da presa: il rapporto tra il poliziotto e la moglie, lo studio psicologico, le motivazioni di gesti e drammi destinati a rimanere misteriosi, se non incomprensibili.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 13 del 2015

Autore: Mauro Gervasini

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