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Barbecue

Regia di Eric Lavaine vedi scheda film

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La recensione su Barbecue

di Ascasubi
7 stelle

Tutte le cose sono soggette ad usura, persino l'amicizia. Talvolta una combriccola d'amici deflagra rimanendo solo un ricordo, talaltra la stessa procede straccamente verso una lenta consunzione vittima del tempo più che degli eventi.

E' questo il destino del gruppo formato da Antoine (Lambert Wilson) e suoi amici: Baptiste, Jean Mich, Olivia, Laurent, Yves e Guillame. O almeno lo sarebbe. Antoine - perno della vicenda ed io narrante nel film - aitante ed atletico cinquantenne è vittima di un infarto; un evento del tutto inaspettato e, agli occhi del protagonista, gratuito: "com'è possibile ad uno come me"?

Antoine decide pertanto di vivere alla giornata e all'insegna della schiettezza, un atteggiamento che inizialmente rianima il sodalizio, ma poi, non essendo più sostenuto dalla giusta dose di buonumore, finisce coll'essere corrosivo e persino violento. Tuttavia c'è sempre spazio per una redenzione ed una corale soluzione positiva di tutte le vicendevoli ed eterogenee storie dei protagonisti.

Evviva.

La soluzione positiva degli eventi, il lieto fine multiplo di questo film, non deve fornire un pretesto per una stroncatura. Non lo deve essere persino il tema trito e ritrito della crisi esistenziale di uomini e/o donne di mezza età, perchè in data astrale 2014 (anno del film) talune tematiche sono divenute ricorrenti e genere cinematografico dentro genere cinematografico. Quello che conta è il percorso che conduce lo spettatore dal punto A rappresentato dall'inizio e il punto B, quello dello scioglimento delle vicende. Ebbene la (pacata) conversione caratteriale di Antoine, quella successiva al suo rovescio cardiaco, è del tutto credibile ed allettante; i dialoghi sono veri ed assorbono lo spettatore, le problematiche amicali, qui allegramente trattate (come altro non si potrebbe fare, ma senza cadere in deliri enfatici o scivolare nel troppo patetico) risultano felicemente tipiche, percepite, cioè, come vissute nelle esperienze personali di ognuno di noi e perciò quasi catartiche. Lascia un pò a desiderare invece la prova attoriale di alcuni attori comprimari, amici nella vicenda ma troppo in ombra nella stessa, ma forse è proprio la timidezza di carattere (vera e rappresentata che sia) a peggiorare le storie vere come quelle inventate.

 

 

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