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L'angelo della morte

Regia di Tom Harper vedi scheda film

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Tato88

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La recensione su L'angelo della morte

di Tato88
4 stelle

Ciò che più convinceva del primo capitolo era senza ombra di dubbio la scenografia a dir poco grandiosa, che ricordava quella plasticità spigolosa e ben definita tipica del nostrano Dante Ferretti (penso a "Shutter Island") o quella più grottesca e spaventosa di Guglielmo del Toro (penso a "Il Labirinto del Fauno"). Ovviamente anche i costumi e la fotografia avevano arte da vendere, e non se la cavava male nemmeno un Daniel Radcliff alle prime esperienze fuori da quel ruolo sicuro che era Harry Potter, la cui presenza ha confuso i critici che cercavano di rintracciare la ragion d'essere di quel film: un abito cucito su misura per Radcliff o era quest'ultimo che doveva dare appeal a tutto il progetto? Con la verità che probabilmente sta nel mezzo, il film alla fine la spuntò al botteghino grazie alla suddetta straordinaria ambientazione (il maniero diroccato, il tardo 1800, gli interni sospesi nel tempo, il sentiero nebbioso che sparisce con l'alta marea, i sepolcri con rimandi al romano cimitero acattolico...). Qui purtroppo non è sufficiente. Il cambio della squadra vincente (maestranze e attori) è stato decisivo per l'evidente calo di qualità.

"The Woman in Black: Angel of Death" è un film horror che più banale non si può, sebbene non abbia ragione di accusarlo di particolari demeriti. Anzi, lo spunto narrativo di spedire un gruppo di bambini londinesi in una casa isolata per salvarsi dai frequenti raid nazisti durante la seconda guerra mondiale l'ho trovato molto originale. Purtroppo rimane un incipit fine a se stesso, tematicamente scollegato dagli eventi che seguono, un'idea che non prova a nobilitare nemmeno un po' il resto della sceneggiatura. Chi come me è un veterano dei film horror, capirà già dalle prime battute che si dovrà aspettare fino al quarantesimo minuto (un set-up lungo e prolisso in cui la storia viene contestualizzata con cura eccessiva; l'ostico viaggio verso la casa disseminato di avvertimenti più o meno casuali che gridano "tornate indietro"; la flemmatica esplorazione dell'abitazione che presenta tutta una serie di oggetti, di porte chiuse e di inquietanti frasi dei bambini che il bravo spettatore saprà facilmente distinguere tra "utili" e "inutili"...) per poter assistere ad una qualche forma di spavento (probabilmente un semplice jumpchair), che per i successivi venti/trenta minuti si risolverà in un nulla di fatto (animali, vento, scherzi dei bambini…). Seguiranno altri jumpchair, stavolta fondati ma lungamente intervallati da alcuni zone di sicurezza (le scene diurne). Poi forse vedremo questa fantomatica Signora in Nero, molto tardi nella storia, quando forse non ci interesserà più e probabilmente non ci spaventerà nemmeno perché sapremo che se il film ha qualche cartuccia da sparare, lo farà nei rimanenti dieci minuti, che saranno votati più agli effetti speciali che all'orrore vero e proprio, definitivamente mistificato da un montaggio troppo furbo. Il tutto condito con una fotografia scurissima di difficile lettura. È impossibile vedere il film all'infuori di una sala cinematografica, i cui segnali per le uscite di emergenza devono essere rigorosamente spenti (altra furbata per non far abbandonare la sala agli spettatori...).

Seriamente qualcuno (tra il regista, lo sceneggiatore, il produttore...) finito il film ha pensato "Magnifico, il pubblico lo adorerà! Siamo pronti per farlo uscire in sala"?!

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