Regia di Sidney W. Pink, Rudolf Zehetgruber, Gianfranco Parolini vedi scheda film
Sette donne per una strage è, a dispetto delle promesse del vulcanico titolo, uno fra i più sonnolenti spaghetti western mai comparsi sullo schermo. L'idea centrale - raccontare una fuga nel deserto del vecchio west da parte di un gruppetto di donne - può anche sembrare innovativa, ma nel 1967 il filone è già stato ampiamente saccheggiato e la sceneggiatura firmata da Mike Ashley non riesce ad andare molto al di là dei soliti luoghi comuni del genere, peraltro rimanendo priva di vere e proprie 'scene madri'. Ci si aspetterebbe insomma parecchia violenza in più, una dose sensibilmente maggiore di azione e, date le protagoniste e l'anno di realizzazione, magari anche qualche invettiva antimaschilista; nulla di tutto ciò, anzi spesso e volentieri le signore/signorine al centro della trama mostrano i più stereotipati difetti femminili e finiscono la loro avventura solamente quando raggiungono delle accoglienti e protettive braccia maschili. Thelma & Louise sono molto al di là da venire. Nel cast gli unici nomi abbastanza degni di nota sono quelli di Anne Baxter e di Rossella Como, ma ci sono anche volti già visti (Maria Perschy, Gustavo Rojo) e - soprattutto - una marea di caratteristi sconosciuti. La produzione è in effetti povera, nonostante il coinvolgimento di Italia-Spagna-Austria-Liechtenstein. Parolini diresse svariati western sotto lo pseudonimo di Frank Kramer; qui però assume il nome di copertura Cehett Grooper. 2/10.
Sette donne sopravvivono a un attacco indiano a una carovana di coloni. Dovranno quindi attraversare il deserto da sole, in balia di mille pericoli fra cui le ripetute incursioni dei pellirosse.
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