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La terra dei santi

Regia di Fernando Muraca vedi scheda film

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La recensione su La terra dei santi

di lamettrie
8 stelle

Bel film sulla ‘ndrangheta, immeritatamente poco noto. La bestialità dell’appartenenza al clan traspare perfettamente, in un contesto d’ignoranza e sopraffazione arcaica. E tale retta lettura è declinata nell’analisi del’elemento forse più sacrificato: quello femminile. Il romanzo di Monica Zapelli, che funge da soggetto, offre questa splendida battuta con cui cala il sipario sul film: «Vuole mettere al mondo un altro figlio da far ammazzare, se è maschio?» «speriamo di sì; se no nasce una femmina». A dirlo  una giovane donna che ha visto uccidere per ndrangheta tanto il primo marito quanto il figlio maggiore. Chiarissima è la totale sottomissione, primitivistica, di lei come donna, anche nell’impressionante rito delle seconde nozze, forzate, con le quali deve sposare un altro ndranghetista, che disprezza. Il suo isolamento, la perdita di ogni identità, una disperazione autentica, causata da quella barbara società mafiosa, sono da lei patite, ma comunque preferite ad ogni straccio di legalità: in nome della difesa dell’onore, in senso familistico e  mafioso, accetta di farsi avvelenare tutta la vita, di impedire e combattere qualunque soluzione di pubblica sicurezza, che invece è l’unico presidio che, se non corrotto, può cambiare gli orrori che lei stessa subisce in prima persona. Belle e brave sono le due protagoniste: Daniela Marra, che è questa donna distrutta, e il giudice Valeria Solarino, che ha l’intelligenza e il coraggio di toccare al cuore il problema per trovarne una soluzione: toglie la patria potestà alle famiglie degli ‘ndranghetisti. Gran cosa cui si ribella persino il suo poliziotto sottoposto, in nome dell’intoccabilità della famiglia: qui si consuma lo scontro fra due modelli culturali. Da una parte quello primitivo e violento, per cui la famiglia è indiscusso patrimonio personale del padre – capo; dall’altra quella dei diritti umani, che al sud sono in ancor maggiore ritardo che nel resto d’Italia, che devono innanzitutto tutelare i minori, e permettergli loro contesti protetti dalla violenza sistematica, peggio ancora se all’interno di criminalità organizzate.

Tutti recitano bene, in un paesaggio squallido, desolato e allucinato, tra case abusive e rifiuti che ingombrano le spiagge. Buona la scelta di usare quasi il monocromo, per sottolineare la cupezza umana.

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