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Il selvaggio

Regia di Laszlo Benedek vedi scheda film

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La recensione su Il selvaggio

di Baliverna
7 stelle

E' un'interessante incursione nel crescente disagio giovanile nell'America degli anni '50, problema di cui altri film più celebri si sono occupati, come "Gioventù bruciata". Il motivo poteva essere secondo me che, mentre si stava affermando il benessere, le famiglie non sapevano proporre altro ai loro figli se non il raggiungimento e l'aumento di esso. Forse per questo si vedono i primi giovani ribelli, che iniziano a rivoltarsi però non solo contro i valori economici, ma contro tutti i valori e tutte le autorità.
Questo film rappresenta bene la spavalderia e l'arroganza di questi giovani, e la loro pericolosità sociale. Esso però non li giustifica, ma li stigmatizza, perché certo non hanno il diritto di fare quello che fanno; in certi momenti, quando iniziano a diventare ragionevoli, li compatisce. Ciò che viene anche messo in evidenza è l'atteggiamento sbagliato del resto della popolazione: si va dalla connivenza per interesse (il barista), alla vigliaccheria, alla malcelata simpatia, e ancora alla smodata ammirazione. E' evidente che tutti questi atteggiamenti sono sbagliati. Soprattutto: come possono piacere dei ragazzi che fanno della prepotenza e dell'arroganza la loro unica regola, e che danneggiano impuniti la proprietà altrui, o persino fanno male fisico alla gente? E' interessante notare a questo proposito il diverso atteggiamento delle due donne. L'una è potentemente attratta proprio dalla prepotenza e dalla tracotanza di Johnny (Marlon Brando); il sogno della sua vita è stare al suo fianco durante le sue scorribande; L'altra, benché anche lei attratta dal fascino magnetico che comunque il suo comportamento ha sul sesso femminile, riesce alla fine a dissociarsi e quasi a rifiutare di amarlo. Si rende conto che non può soprassedere o persino assecondare l'attrazione verso il suo comportamento. E' una specie di "no" col magone. Si limita quindi a compatirlo e a tentare di aiutarlo.
L'interpretazione di Marlon Brando è sicuramente di rilievo. Al di là della facile suggestione soprattutto per le donne (giubbotto di pelle, aria sbruffona, ecc.) l'attore riesce a rendere un personaggio complesso, con i suoi dubbi e un suo cuore che tenta di nascondere sotto una scorza dura. Da segnalare anche un giovane ma già bravo Lee Marvin, nella parte di un altro spaccone, più volgare e rozzo che mai.
Quanto agli elementi strettamente cinematografici dell'opera, secondo me il regista Benedek è decisamente migliore nelle scene drammatiche a due o pochi personaggi, con i loro densi dialoghi. Le riprese delle scene d'azione o di massa, invece, mi sono sembrate scialbe e come un po' statiche. Certo, l'inquadratura delle moto che avanzano sulla strada fa il suo effetto, ma l'azione nel suo insieme risulta come leggermente intorpidita. La pellicola però assume sostanza e diventa veramente coinvolgente nell'ultimo quarto, quando abbiamo i confronti tra Johnny e la ragazza, e Johnny e la polizia. Forse ci volevano due registi... PS: il titolo italiano è tradotto alla lettera troppo spensieratamente, e quindi male.

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