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Caravaggio

Regia di Angelo Longoni vedi scheda film

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La recensione su Caravaggio

di mm40
4 stelle

Vita e opere di Michelangelo Merisi (1571-1610), detto il Caravaggio, genio maledetto.

A ridosso dei quattro secoli dalla sua morte (1610) la Rai decide di produrre questa fiction in due puntate sulla vita di Caravaggio, al secolo Michelangelo Merisi. Genio maledetto dell’arte, il Nostro con la sua esistenza burrascosa e colma di avventure, sventure e capolavori ben si presta a divenire protagonista di un romanzo o di un film, tant’è vero che già oltre quarant’anni prima – nel 1967 – Silverio Blasi aveva portato sul piccolo schermo la vita del pittore facendolo magistralmente interpretare da Gian Maria Volontè. Questa volta il ruolo centrale spetta ad Alessio Boni, che a ogni modo non sfigura affatto, mentre nel resto del cast internazionale-ma-non-troppo (il lavoro è una coproduzione italo-ispano-franco-tedesca) spiccano i nomi di Paolo Briguglia, Jordi Mollà, Maurizio Donadoni, Elena Sofia Ricci, Benjamin Sadler, Sarah Felberbaum, Luigi Diberti e Claire Keim. A dirigere viene chiamato Angelo Longoni, già da una decina d’anni regista per la tv di Stato e quindi già avvezzo a questa tipologia di prodotti; a dirla tutta comunque Caravaggio è un film dal budget piuttosto corposo, con una confezione assolutamente superiore alla norma televisiva, e a garanzia di ciò possono venire le firme di Vittorio Storaro per la fotografia, di Giantito Burchiellaro per le scenografie di Luis Bacalov per la colonna sonora: un tris di collaboratori tecnici assolutamente d’eccezione. Classica la suddivisione in due parti da un’ora e mezza all’incirca ciascuna; ciò comporta naturalmente una rarefazione della trama e una semplificazione della narrazione tipici delle opere destinate al pubblico domestico. Sceneggiatura di Andrea Porporati e James Carrington, con un occhio sempre fisso sulla credibilità della ricostruzione storica e l’altro, per forza di cose, sulle emozioni più o meno facili da devolvere agli spettatori a casa. 4/10.

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