Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
La Wertmüller prova a rifare L’angelo sterminatore di Buñuel, con gli ingredienti dell’Italia dei primi anni Ottanta. L’azione è situata nella classe egemone, cioè in quella Democrazia Cristiana, imparentata con il capitale, la cui preminenza politica non è stata ancora scalfita dal rampantismo craxiano. Tanto è vero che i dissidi e le diffidenze sono tutti interni alla stessa DC, che malamente li dissimula e contiene, come in una sorta di seguito, riveduto e corretto (o corrotto) alla luce del terrorismo, del Todo modo di Petri. A parte azzardate ipotesi politiche sulla vecchia balena bianca, di cui il film della Wertmüller è probabilmente il frutto, a tratti un po’ confuso, si può dire che Scherzo contiene delle pagine riuscite, come i duetti tra Tognazzi e la Degli Esposti. Moschin è ottimo, pur costretto a recitare sotto vetro; Montagnani ha una parte fin troppo caricaturale e la giovanissima Valeria Golino è già insopportabile.
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