Espandi menu
cerca
Scemo di guerra

Regia di Dino Risi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

hallorann

hallorann

Iscritto dal 7 ottobre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 90
  • Post 12
  • Recensioni 609
  • Playlist 15
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Scemo di guerra

di hallorann
5 stelle

Prima de LE ROSE DEL DESERTO di Mario Monicelli (ultima generosa e non eccelsa fatica del regista viareggino), anche Dino Risi si era misurato con IL DESERTO DELLA LIBIA dello scrittore psichiatra Mario Tobino. Da un copione di Age & Scarpelli concepito per Gassman e aggiornato da Risi per due comici apparentemente lontani ma accomunati da alcune scelte, bizzarre. Stiamo parlando del francese Coluche e del genovese Beppe Grillo: il primo nel 1980 annunciò la candidatura alle presidenziali francesi del ’81, i consensi e i sondaggi positivi non mancavano ma ritirò la candidatura perché minacciato e per l’assassinio di un suo collaboratore. Roba seria. Grillo dicono gli esperti che ha ripercorso le sue orme (non sono dello stesso avviso i cugini d’oltralpe) e da Masaniello del web ha sparigliato le ultime elezioni rischiando di vincere. A questo punto lasciamo ai politologi le analogie e le analisi sul grillismo locale. Sta di fatto che nel 1984-85 la Dean Film di Angeletti e De Micheli più il coproduttore francese Berrì misero in piedi SCEMO DI GUERRA, ambientato nella Libia “italiana” durante la seconda guerra mondiale e girato in Egitto.

 

Il sottotenente Marcello Lupi, medico specializzando in psichiatria, da Bengasi viene inviato presso l’oasi di Sorman campo della trentunesima sede di sanità. Il maggiore Bellucci è il comandante del reparto, mentre il suo secondo è il capitano Oscar Pilli un fanatico avvezzo a stranezze (si denuda al sorgere del sole, ama visceralmente la mamma, il duce e Alida Valli). Eziologia di schizofrenia è il trattato che Lupi studia e che ben si adatta al soggetto schizoide Pilli. Bellucci ignora l’inidoneità del collega perché è in attesa di fare le valigie per l’Italia. Il sottotenente ha comunque la solidarietà dei vari Pintus, Nitti, Bodda e Cerioni, mentre il capitano compie uno scherzo di cattivo gusto a Mahmud il signore dell’oasi “carissimo per il bene che ti voglio”. Per il maggiore giunge il tanto agognato giorno del trasferimento lasciando il comando a Pilli. L’attendente Puddu Efisio uccide lo sciacallo che ogni notte disturba le loro poche ore di sonno con gli ululati. Il capitano vuole fucilarlo “un sardo amico delle pecore uccide un animale”, ma è uno scherzo, anche se fa seppellire con tutti gli onori lo sciacallo amico dell’uomo(!). Lupi fa una visita medica assai boccaccesca a Fatma bellissima moglie di Mahmud, non ha avvisato dell’uscita esterna Pilli e per questo viene punito con quaranta giri di campo. Esasperati Lupi e compagni scrivono una lettera anonima per chiedere un’ispezione sanitaria al sempre più insopportabile superiore. Arriva ma per un “cavillo” l’obiettivo pare sfumare. Quando meno se lo aspettano (Pilli ormai è inaffidabile anche come chirurgo), una lettera giunge con sei mesi di convalescenza per il comandante di campo, motivo: depressione nervosa. In quei sei mesi tante cose cambiano: Lupi dopo una breve licenzia rientra in Libia da tenente e non trova più il suo comando, tranne Bodda ferito e casualmente Pilli accasatosi in un casino con la tenutaria napoletana Lola, una nuova mamma per lui. E’ sereno, cambiato ma la controffensiva inglese incombe e la guerra trasforma le persone. La guerra non è un gioco e non tollera le follie/estrosità di Oscar Pilli. 

 

Presentato al Festival di Cannes SCEMO DI GUERRA non fu un successo, Grillo era un comico televisivo al top che aveva già esordito sul grande schermo con Luigi Comencini. Al cinema non ha mai funzionato, con i testi di Antonio Ricci e Stefano Benni si trovava più a suo agio, qui la scelta di lasciarlo recitare con il tipico accento genovese gli conferisce una buona dose di autenticità. Almeno quella. Tutti gli altri attori sono doppiati, a parte Franco Diogene, Claudio Bisio e il simpaticissimo e in gran forma Sandro Ghiani. Coluche (doppiato da Peppino Rinaldi) è la sorpresa e la nota positiva di una commedia agrodolce, discreta e dalle polveri bagnate sulla salute dell’uomo e la guerra, concetto quest’ultimo che l’attore francese somatizza bene in prima persona. Risi conosceva l’uomo, il comico e il suo valore (lo aveva diretto l’anno precedente in DAGOBERT), ricco di sfumature e personalità. Diverso dall’altrettanto bravo collega Bernard Blier (l’ipocrita Bellucci), quasi simili solo per la stazza. Circa un anno dopo l'uscita nelle sale (giugno ’86) morirà in un incidente di moto. Peccato, una grave perdita per il cinema francese e nostrano.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati