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Scarpette rosse

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su Scarpette rosse

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Film sublime: non c'è aggettivo più adatto per descrivere la straordinaria bellezza visiva di quest'opera di Powell e Pressburger, che vanta una fotografia a colori da annoverare fra le più belle della storia del cinema, così ricca di tonalità e così sensuale nel plasticismo dell'immagine. E' un acceso melodramma sempre in bilico sulla tragedia, che in altre mani avrebbe potuto scivolare nel ridicolo o nel melenso, e che invece, sotto la direzione dei due registi britannici, trova un suo perfetto equilibrio e una fortissima risonanza emotiva. La storia della ballerina Vicky Page e del conflitto fra la sua vocazione artistica e la sua realizzazione affettiva con l'uomo che ama riecheggia motivi già noti, ma diventa un puro pretesto per un appassionato elogio del romanticismo, nel senso più nobile del termine, e per un inno sfrenato alla bellezza e alla potenza della creazione artistica, riassunta nella geniale e visionaria sequenza del balletto delle Scarpette rosse, lunga circa venti minuti, che influenzerà molti altri film del genere come Un americano a Parigi. Le invenzioni puramente visive dei due registi sono molte e costantemente di alto livello; ma, personalmente, anche la trama mi ha appassionato e profondamente commosso, e le perdono facilmente qualche piccolo luogo comune (e anche qualche eccesso "camp", come il diadema a forma di corona che la protagonista indossa in ben due sequenze, e che risulta un pò ridicolo per gli spettatori odierni). Nel cast troneggia un grandioso Anton Walbrook nel ruolo dell'esaltato impresario teatrale, con un'interpretazione che fa impallidire per il suo vigore e la perfetta resa espressiva (sarebbe certamente preferibile vederlo in originale); di buon livello anche la ballerina Moira Shearer e Marius Goring, che però rischiano di vedersi continuamente rubare la scena quando recitano insieme all'attore austriaco. E' in genere riconosciuto come il più grande successo commerciale di Powell e Pressburger, anche se all'inizio fu accolto freddamente in Inghilterra e recuperò al box-office americano, diventando col passare degli anni un vero cult movie (è noto che molti importanti registi come Scorsese e De Palma stravedono per questo film). La scena del ballo, con la sua splendida fusione di movimento coreografico, musica, colore, scenografia e invenzioni visive, resta un esempio di cinema "sperimentale" che apre la strada ad altre operazioni simili tentate da Powell come "I racconti di Hoffmann", anche se, a mio avviso, con risultati meno felici.

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