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Sangue

Regia di Pippo Delbono vedi scheda film

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La recensione su Sangue

di Kurtisonic
8 stelle

Ad oggi non ha ancora trovato un distributore, ma il film di Delbono viaggia come un’oscura presenza non ufficiale fra festival letterari, convegni carbonari, dibattiti su testamento biologico e fine vita, dove immancabilmente diventa il vero oggetto di discussione. Lontano dagli echi festivalieri svizzeri dove ha scatenato fior di polemiche ferocemente inutili, Sangue riesce a focalizzare nello spettatore il suo potente impatto emotivo e lacerante. Sfruttando solo l’uso di cellulari e di microcamere, per poi però avvalersi di un’ottima post produzione, Delbono riprende la morte in diretta di sua madre affiancandone il destino identico della moglie dell’ex leader brigatista Giovanni Senzani, compagno di viaggio e amico del regista. Sangue è stato duramente criticato soprattutto da chi non lo ha visto e che ha concentrato la propria avversione accusando il regista di speculare sul dolore e di fare della pseudo propaganda riabilitativa a favore delle Brigate rosse. La seconda osservazione è del tutto inconsistente, Delbono non modifica né devia il corso della storia e delle vicende che hanno caratterizzato quegli anni che evidentemente rappresentano  una ferita aperta che si vuole  nascondere in tutta fretta. La presenza- testimonianza di Senzani ci riporta a ricordare quegli anni che vengono percepiti come qualcosa che è stato rimosso collettivamente di cui non interessa capire le radici, come se si trattasse di un periodo non appartenente al nostro vissuto sociale. L’aggancio con il tema dominante del film, la morte fisica, morale, ideologica, ambientale, si collega proprio con il racconto che Senzani farà a riguardo, che si rivelerà drammatico e sorprendente. Siamo sulla lunghezza d’onda del docu-film, si alternano spezzoni di vita vissuta, frammenti giornalistici, brevi in­serti teatrali tratti dagli spettacoli di Delbono, riflessioni a voce alta, silenzi. Più sperimentale che ricerca di cinema di autenticità totale, la vera portata di Sangue non è scandalizzare con un cinema veritè, ma produrre un’azione di forte provocazione che esprima quella verità senza filtri. Delbono mercifica e sfrutta il proprio intimo dolore riprendendo l’ultimo attimo di vita della madre? No, rende pubblico un atto privato, induce a pensare quale sia il nostro personale rapporto con la fase della nostra presenza sulla terra che chiamiamo morte, quale dignità ad essa venga sottratta, il suo diritto ad essere ricordata come parte integrante della vita. Le vicende che riguardano Senzani compiono il tragitto inverso per convergere sullo stesso punto, un fatto tragico che ha segnato un epoca reclama di essere quello che è stato. Le immagini scorrono, e il loro impatto è violento e profondo, le parole e i pensieri che suscitano lo sono altrettanto, come la passività che vogliono scuotere, con lucidità sincera. 

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