Regia di Andrew Stanton, Angus MacLane vedi scheda film
Tornano dopo ben tredici anni le avventure oceaniche di Nemo & friends. Questa volta protagonista è Dory con le sue amnesie e un canovaccio ricalcato molto da vicino su quello del film matrice. Molto buona la resa visiva, ma la storia ha perso di magia. VOTO: 6
Doverosa premessa: considero la Pixar come la miglior casa di produzione di cartoons occidentali e "Alla ricerca di Nemo" il loro lavoro più riuscito. O detto in altre parole: il top del top. È un film che ho visto più volte e non è che io sia un super-appassionato di cinema di animazione. È vero che da quando mio figlio ha la giusta età per andare al cinema ne vedo parecchi, ma questo è più che altro frutto di un 'compromesso'. Ho fatto questa sorta di outing per sottolineare quanto il mio giudizio su "Alla ricerca di Dory" potrebbe essere negativamente condizionato dalle inevitabili comparazioni con il sopracitato gioiellino. Vorrei essere capace di commentare e giudicare questo film come opera a se stante, ma proprio non ci riesco. Diversi i problemi, a cominciare dalle errate tempistiche. Dico: ha senso realizzare un sequel a 13 anni di distanza dal primo film? Personalmente credo proprio di no. E ancor più trattandosi di un cartone animato. Il pubblico infantile che aveva fatto la fortuna del primo film dopo 13 anni 'infantile' non lo è più, evidentemente, e sebbene una gran parte di quelle stesse persone sarà tornato in sala, avrà però vissuto questo secondo capitolo con occhi ben diversi, restandone probabilmente deluso. Ma anche io, che bambino non ero nel 2003, non sono riuscito a creare con Dory la stessa connessione emotiva che provai quando vidi Nemo per la prima volta. Sebbene in fondo le due storie siano contraddistinte da innumerevoli somiglianze nel canovaccio. Altro problema è che le occasionali amnesie di Dory rappresentavano nell'economia del primo film la parte comica dell'opera, qui si è deciso di andare molto più a fondo, di basare l'origine dell'intero racconto proprio su tale 'difetto', trasformandolo in un handycap vero e proprio capace quindi di suscitare più tristezza che non ilarità. Quindi, riassumendo, vale la pena vedere il film? Direi comunque di si. Intanto è bello ritrovare i vecchi amici 'oceanici' del primo film e, non serve forse dirlo, la resa visiva è anche questa volta di finissima fattura (straordinarie le scene con il polpo, ad esempio), questo si in linea con la rinomata qualità Pixar.
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