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Rapina a mano armata

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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La recensione su Rapina a mano armata

di emil
8 stelle

 Ippodromo di Long Island, New York. Un bianco e nero livido ne incornicia i sussulti, i fremiti, le grida sugli spalti. Speranzosi ed avidi individui, ghignano sventolando le proprie scommesse, pronti a giocarsi tutto per arricchire. 

Fra questi c'è George Peatty, che fa il cassiere, e che è disposto a tutto pur di conquistare l'amore di sua moglie.

C'è Marvin Hunger, anziano ed avido allibratore.

C'è Randy Kennan, poliziotto pieno di debiti con uno strozzino alle calcagna

C'è Mike, seconda pedina infiltrata dall'interno, barista di professione , con una moglie malata da accudire.

E poi c'è Johnnie Clay (Sterlyng Hayden), galeotto appena uscito di prigione, cinque anni durante i quali ha avuto modo di elaborare un complesso piano per svaligiare il paese dei balocchi e sparire con la sua amata.

Mente ed esecutore del piano, riunisce i quattro disperati ed organizza il tutto, affidando a ciascuno il proprio compito. 

Ma la debolezza morale di uno dei membri, che rivelerà il piano alla moglie, sarà fatale per la riuscita del piano.

 

Kubrick dirige con mano consapevole e ferma questa intrigante storia tratta dal romanzo omonimo di Lionel White, e lo fa in modo impeccabile ed estremamente innovativo per quel tempo. Scegli infatti di narrare gli eventi non secondo la classica narrazione lineare, ma ricostruisce gli stessi utilizzando la struttura ad incastro. Ovvero i diversi punti di vista dei protagonisti vengono sapientemente intessuti come in un puzzle, secondo le regole (create per la prima volta su schermo dal regista) di una narrazione con flashback sincronico, ovvero utilizzato non semplicemente come ausilio per ricordare il passato, ma come strumento didattico per la comprensione della trama. Eventi che si svolgono in contemporanea, ma stravolti in fase di montaggio (che all'epoca richiese diversi mesi - a paragone del girato che terminò con una ventina di giorni di riprese-), proprio per decostruire e poi ricomporre il tutto. Un mischiare le carte che però non crea confusione, ma che anzi mette chiarezza.

Questa scelta scaltra e rischiosa scaraventa il film dritto dritto nella storia del cinema, perchè getta le basi sulle quali molti registi futuri scopiazzarono, ed alcuni costruirono la propria fortuna (Tarantino in primis, ma anche Nolan) .

 

L'allora ventottenne Kubrick realizza così un film che contiene il DNA del genio e che lo accostò nella memoria dell'epoca ad un altro innovatore del tempo, Orson Welles.

 

Un poliziesco, un thriller, un noir. Ci sono elementi comuni a tutti e tre i generi. La rapina del primo, lo svelarsi degli eventi e la suspance del secondo, la mancanza di eroi ed il disfacimento dei valori morali dell'ultimo.

 

Sterlyn Hayden attraversa la pellicola in modo impagabile, con falcata sicura e sguardo disilluso, in puro stile noir, illuminato solo dagli occhi della sua amata, la bellissima attrice Coleen Cray; che, insieme alla seconda donna presente nel film, l'altrettanto bella ed algida Marie Windsor, ci restituiscono, grazie alle loro interpretazioni, la memoria di un mondo fatale, ineluttabile, eppur così fascinoso.

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