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Ragtime

Regia di Milos Forman vedi scheda film

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will kane

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La recensione su Ragtime

di will kane
6 stelle

Un progetto che all'origine doveva essere affidato a Robert Altman,e difatti la sceneggiatura sembra più adatta a un lavoro dell'autore di "M.A.S.H.",tratto dall'omonimo romanzo di E.L.Doctorow:"Ragtime" fu uno dei gloriosi fiaschi commerciali che,nonostante la produzione ricca,le varie nominations agli Oscar (otto in tutto,rigorosamente finite in nulla di fatto) e l'interesse della stampa nel periodo della lavorazione, nei primi anni Ottanta,vedi anche "I cancelli del cielo" e "Reds". Varie storie si intrecciano,a partire dal fatto noto della ballerina Evelyn Nesbit,che aveva posato nuda per la statua di Diana posta sulla cima del Madison Square Garden,che provocò la furia del marito miliardario,il quale dopo varie minacce,sparò all'architetto che si era rifiutato di togliere la statua (vicenda già narrata,a Hollywood,ne "L'altalena di velluto rosso"):un musicista nero che per un sopruso da parte di un pompiere razzista diventa una furia e si mette a fare attentati,una coppia borghese in crisi che ospita la moglie di questi,un russo che da artista di strada si ritrova a lavorare nel cinema,un capo della polizia di apparente pacatezza e sostanziale spietatezza, tutti confluiscono in un ritratto americano che va dal 1906 al 1914,parallelo alla "Belle Epoque" europea. Milos Forman dirige il film con cura nell'allestimento, ma fatica a tenere insieme le varie storie comunque portate a fondersi, lasciando nello spettatore la sensazione di un lungometraggio con tutte le potenzialità per essere un titolo memorabile, ma rimane slegato e senza grande progressione drammatica, nonostante le cose narrate. Ultima apparizione di James Cagney al cinema, a vent'anni da "Uno,due,tre!", nei panni di una carogna mascherata da uomo mite; del cast, forse, il migliore, in un ruolo ingrato, di perdente in cerca di una logica nelle cose, è James Olson, marito destinato ad essere abbandonato.

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