Regia di Alessandro Tesei vedi scheda film
Marzo 2011: un terremoto apre la terra, una centrale nucleare disastrata, a Fukushima, disperde particelle radioattive su tutto il Giappone. Intorno alla centrale una zona di 20 km di diametro viene evacuata. 7 mesi dopo il videomaker e fotografo Alessandro Tesei riesce a entrare e documentare questa No-Go Zone, grazie ai contatti del fotoreporter Pierpaolo Mittica. Prima il cortometraggio Enter Fukushima e poi Fukushame. The Lost Japan sono il frutto di questa esperienza: un’inchiesta in prima persona, nelle forme di un reportage, sulle conseguenze tangibili della tragedia su individui, famiglie, animali, accompagnata da interviste frontali, lacerti di video da YouTube, fotografie di Mittica, inserti didattici, didascalie grafiche. La presenza di Tesei, il suo essere lì, a muoversi sulla tabula rasa contaminata, tra le macerie, è sicuramente meritevole, segno di un documentarismo agguerrito e volenteroso. Ma – coadiuvato in postproduzione da Matteo Gagliardi, art director e montatore, autore dell’unico film italiano per planetari in fulldome (schermi a 360°), Space Opera – il risultato ricerca un virtuosismo compiaciuto che impressiona, certo, ma è fuori luogo: effetti grafici affettati, soggettive in fisheye intervallate dal nero per simulare occhi aperti/chiusi, musica ridondante ad aumentare il thrilling dell’esplorazione e a esprimere emozioni sempre tautologiche. Non è necessario condividere l’articolo di Rivette sul carrello di Kapò. Ma quantomeno sapere che esiste un’etica dell’immagine sì. Rimandato.
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