Regia di Massimo Ceccherini vedi scheda film
Un’altra “brutta copia”. Proprio come il titolo del film realizzato dal comico toscano nel 2002 e mai distribuito perché travolto dal crac Cecchi Gori. Anche in La mia mamma suona il rock restano sulla carta le sagome surreali, i tratti di una comicità scorretta ben lontana da quella “garbata” propria di Pieraccioni, dove Ceccherini ci mette insieme la faccia e il corpo. Una coppia gay, titolare di un’affermata casa di moda, entra in crisi dopo che uno di loro non riesce più a controllare l’irrefrenabile desiderio di avere un figlio. Una sera trova il “bambino” che ha sempre voluto nello sbandato leader di una rock band. Ceccherini nei panni di un bebé crea situazioni ai limiti dell’assurdo con dei frammenti horror in un cinema inquieto e inquietante, lontano però dalle deformazioni di Faccia di Picasso e dove la cattiveria nel rapporto madre/figlio ricicla quella di Lucignolo. Se il progetto non fosse così sconclusionato, probabilmente staremmo a parlare di un altro film. Ma Ceccherini non sorregge quello che crea, si serve di presenze conosciute (Alessandro Paci e Carlo Monni) combinandole con quelle dell’ex GF Cristina Del Basso e di Valeria Marini, quest’ultima appiccicata in un’inutile passerella come nella sfilata dove tutti dormono. Il suo non è più un tentativo ma appare proprio uno sdegnoso rifiuto nei confronti di un cinema ai cui margini si colloca volontariamente per sputargli addosso.
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