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Diamanti sporchi di sangue

Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film

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La recensione su Diamanti sporchi di sangue

di Donapinto
2 stelle

Ovvero, Renato Pozzetto che si dà al noir. Potrà risultare singolare questa mia affermazione, ma proprio questo scrive un'utente nella sua recensione riguardo all'interpretazione di Claudio Cassinelli in questo film di Fernando Di Leo. Effettivamente tra voce ed espressioni stralunate, Cassinelli ricorda molto il popolare comico lavenese. DIAMANTI SPORCHI DI SANGUE e' un noir che ha nella trama molte affinità con MILANO CALIBRO 9, tanto che originariamente il film doveva intitolarsi ROMA CALIBRO 9. Questa volta Di Leo cambia registro, abbandona la violenza dei suoi precedenti lavori, per un noir più melodrammatico e molto meno pulp. Non amo assolutamente Di Leo, regista che ha goduto di una sopravalutatissima rivalutazione grazie a Quentin Tarantino che ne ha elogiato i film, tanto addirittura da guadagnarsi l'appellativo di Don Siegel nostrano. Ma questo DIAMANTI SPORCHI DI SANGUE fa veramente rimpiangere la trilogia del Milieu. Aldilà di una vicenda di scarsissimo interesse condita da sequenze d'azione mal girate, il film e' realizzato quasi con lo stile di un fotoromanzo, con una brutta fotografia e un ritmo veramente soporifero. Non tiene neanche la sceneggiatura, con degli svarioni come quello dei sospetti che inducono il protagonista (Claudio Cassinelli) a sospettare del boss Rizzo (Martin Balsam). Guido Mauri accusa Rizzo di avergli teso un tranello per ucciderlo non appena uscito dal carcere. Ma in realtà i tre rapinatori che assalgono l'autobus per rapinarlo, non si curano minimamente di lui. Interpreti che danno vita a personaggi stereopatissimi, come raramente si e' visto al cinema: Balsam non esce dal solito cliché di boss malavitoso. Pire Paolo Capponi fastidioso e irritante nella sua enfatica teatralità. Vittorio Caprioli sempre più macchiettistico, specie nella scena del dialogo con l'avvocato di Rizzo che parla con cadenza veneta. La Bouchet in un personaggio assolutamente inconsistente: prima avida dark lady, poi si mette a piagnucolare pentita. Fa sorridere oggi il suo numero di ballo seminuda al night. Ai tempi gli effetti sui maschietti erano decisamente diversi. E per finire c'è lui, Claudio Cassinelli, attore prematuramente scomparso che ricordo in un paio di pellicole di Sergio Martino. Qui da vita a una "non interpretazione" che lascia veramente sbigottiti e imbarazzati, una sorta di sagoma ambulante che a comando riesce anche a proferir parola. Forse Pozzetto avrebbe veramente fatto di meglio.

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