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A proposito di Davis

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su A proposito di Davis

di port cros
10 stelle

Fin dalla scena iniziale (e finale), in cui il protagonista canta l’intensa ballata “Hang me, oh hang me”  veniamo catturati dalla magia di questo film, i cui pilastri portanti sono la splendida regia dei Coen e la straordinaria colonna sonora folk.

Llewyn Davis è uno spiantato cantante folk nella New York dei primi anni sessanta, un tempo parte di un duo con un partner che però si è suicidato, e che ora vaga, senza casa e senza cappotto, da un divano di amici all’altro, in cerca di un successo che non arriva, nonostante il suo indiscutibile talento che però in pochi sembrano apprezzare. In realtà Llewyn non viene apprezzato nemmeno come uomo, né dalla sorella né dalla ragazza che probabilmente ha messo incinta, secondo cui “tutto ciò che tocchi diventa merda”. La sua sfortuna nell’arte e nella vita è in parte frutto dei suoi errori e della sua irresponsabilità, ma non possiamo fare a meno di provare empatia per un uomo che insegue caparbiamente il suo sogno nonostante il suo talento venga ingiustamente misconosciuto.  

Il film racconta una settimana di “odissea”di Llewyn dal Greenwich Village di New York, dove si esibisce nel locale folk Gaslight, incontra cantanti in cerca di successo e cinici discografici e insegue il gatto rosso degli amici ospitanti, che ha fatto sbadatamente scappare dal loro appartamento (il gatto, personaggio centrale del film, non a caso si chiama Ulisse) fino ad un viaggio verso Chicago per incontrare un produttore che potrebbe finalmente dare una svolta alla sua carriera ( e che invece sentenzierà lapidario “non si fanno soldi con quella roba”) e di ritorno al Greenwich Village dove il film termina con Llewyn pestato in un vicolo così com’era cominciato, a simboleggiare una vita ed una carriera che non vanno da nessuna parte.

Se lo svolgersi della trama è abbastanza lento, dal punto di vista visivo il film è girato magnificamente: ogni scena è realizzata dai Coen con cura meticolosa, da quelle che hanno come protagonista il gatto/i gatti (stupenda quella in cui il felino guarda il susseguirsi delle fermate della metro) a quelle on the road del viaggio verso Chicago a quelle che ricostruiscono l’atmosfera alternativa del Village del 1961. L’atmosfera gelida e invernale fotografata da Bruno Delbonnel (candidato al’Oscar) trasmette benissimo la malinconia del perdente Lllewyn.

L’altro elemento che ci fa innamorare del film sono le splendide canzoni folk, dalla divertente “Please, Mr. Kennedy” alle intense ballate “Hang me, oh, hang me”, “Fare Thee Well”, “The Death of Queen Jane”.

Ottima la prova del protagonista Oscar Isaac, intenso interprete sia come attore che come cantante: speriamo di rivederlo/risentirlo presto.

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