Espandi menu
cerca
I due volti di gennaio

Regia di Hossein Amini vedi scheda film

Recensioni

L'autore

leporello

leporello

Iscritto dal 18 dicembre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 43
  • Post 5
  • Recensioni 666
  • Playlist 9
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I due volti di gennaio

di leporello
5 stelle

Il primo “turbamento” ad avermi colto al termine della visione di questo “I Due Volti di Gennaio” è stato quello di dover trovare la ragione che ne spiegasse il titolo: nient’affatto intenzionato ad andarla a cercare  dentro il romanzo della Highsmith e consultando piuttosto (con relativo comodo) la rete internet, la spiegazione mi è arrivata coi miti di Giano Bifronte, spesso raffigurato o scolpito negli usci degli edifici a significare che ciò che è dentro non necessariamente corrisponde a ciò che è fuori, i cui riti si celebravano appunto nel mese di Gennaio. Un riferimento dunque all’ambiguità, al doppiogiochismo, all’apparenza che inganna. Ma se così fosse (fatte salve le ragioni che motivarono a suo tempo la scrittrice del libro, la quale  avrà forse trovato il modo di intrattenere a sufficienza i suoi lettori per spiegar loro e convincerli degli agganci di cui sopra, grazie anche all’uso dello strumento “parola/libro” che sappiamo essere ben diverso da quello “immagine/film”), qualcuno avrebbe potuto suggerire a chi di dovere (forse al regista Hossein Amini) che, allora, ci sono almeno un migliaio di film basati sull’ambiguità e sul gioco del doppio nascosto, e che magari un titolo originale, sganciato dall’esigenza di riferirsi direttamente al romanzo da cui è tratto, avrebbe migliorato le cose.
Sì, perché di cose da migliorare in questo film, a partire appunto dall’inizio, sarebbero, a mio avviso e per i miei personali gusti, parecchie. Anzitutto la scelta del cast: del terzetto che le compone, almeno uno (Mortensen) è come minimo un mio idolo, un altro (Isaac) ce l’avrò sempre in mente che canta “Hang me – oh – Hang me!” in quanto Llewin Davis, l’ultima (Dunst) è invece una di quelle attrici che mi scivola via ogni volta di mente, e che devo ogni volta andare a rispulciare nei database per ricordarmi dove l’ho già vista. Risultato: l’amalgama è pressochè indigeribile, e gli ingredienti sbagliati già preludono ad una ricetta poco convincente. Forse è corretto giusto il dosaggio, ma la cottura a fuoco lento e contemporaneamente fin troppo sbrigativa, pochi sapori e nessuna spezia che metta un po’ di eccitazione nell’assaggiarlo, forse anche l’utilizzo di una cucina economica e di economico pentolame che ha impedito l’esaltazione degli aromi, hanno fatto di questo film, potenzialmente molto superiore a ciò che ha saputo rendere, un piatto che difficilmente rimarrà nella memoria del mio palato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati