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Beautiful City

Regia di Asghar Farhadi vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Beautiful City

di alan smithee
8 stelle

Secondo film del regista iraniano Asghar Farhadi, noto internazionalmente per il suo splendido, premiato e successivo "Una Separazione"; la presente pellicola, datata 2004, e' stata recuperata circa un paio di mesi orsono nelle sale francesi col titolo "Les enfants de Belleville", dopo il successo agli Oscar dell' ultima citata opera del cineasta.
Riflessione schietta e drammatica sugli effetti di una legge ed un costume di vita che rende freddamente ed implacabilmente giustificabile l'applicazione della "legge del taglione" come ai tempi dell'alba piu' primitiva e perduta della civilta' umana, il film bellissimo e commovente  del neo-regista premio Oscar colpisce per quel suo sguardo antico e appassionato che si concentra sui volti splendidi, puliti ma determinati dei suoi due meravigliosi protagonisti, uniti nelle difficolta' e nella drammaticita' delle loro singole infelici esistenze per salvarne una terza: quella di una persona ad entrambi molto cara, detenuta in attesa della pena capitale per un omicidio commesso in gioventu', in preda alla gelosia.

Il tentativo arduo di persuasione del padre della vittima, giustamente sconvolto, ma irreprensibilmente fermo sulla sua posizione intransigente e orgogliosa, si attenua man mano che intervengono altri familiari ad intercedere, e l'ottenimento del perdono sara' agevolato anche grazie ad un sacrificio  crudele che verra' imposto al giovane amico e che sara' il solo duro, ingiusto mezzo per scongiurare la tragedia.

Un film che commuove e fa brillare gli occhi, mettendo lo spettatore emozionato in sintonia con i bei volti umidi e sinceri dei due splendidi protagonisti. Un neorealismo che eleva il cinema ad arte assoluta, a specchio dei tempi di una civilta' che tenta di uscire dal periodo buio della dittatura assoluta e del fanatismo religioso che per troppo tempo hanno oppresso questo e gli altri paesi caldi del Medio Oriente; un neorealismo che ricorda i nostri grandi autori del periodo dopo le due guerre, quando anche noi tentavamo di uscire da una delle epoche piu' oscure e malvagie del nostro recente passato, e che rende magico e puro come una favola, come in pochi altri casi al mondo, il cinema iraniano dell'ultimo trentennio.

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