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The Thieves

Regia di Dong-hoon Choi vedi scheda film

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La recensione su The Thieves

di AndreaVenuti
7 stelle

The Thieves è un film sudcoreano del 2012, scritto e diretto da Choi Dong-hoon.

 

Sinossi: L’abilissimo ladro Macao Park ha il compito di recuperare o meglio rubare un preziosissimo diamante dal valore di 20 milioni di dollari, denominato “la lacrima del sole”.

L’uomo organizza il colpo con cura maniacale coinvolgendo la bellezza di due team di ladri professionisti; il primo è composto da esperti coreani, ex colleghi di Park, mentre i secondi provengono da Hong Kong e sono noti per i loro assalti alle gioiellerie dell’ex colonna britannica. La missione sembra procede nel verso giusto ma in realtà  risulta essere l’inizio di un lungo “gioco” di inganni e tradimenti…

Locandina internazionale

The Thieves (2012): Locandina internazionale

Al pubblico nostrano il nome di Choi Dong-hoon è pressoché sconosciuto e la questione non cambia neppure fra i cinefili più incalliti tuttavia il signore in esame è probabilmente uno dei registi e sceneggiatori maggiormente amati e stimati dal pubblico locale. 

Interessanti a proposito le considerazione del noto critico e studioso Darcy Paquet: 

«Choi Dong-hoon è ormai diventato uno dei registi coreani contemporanei di maggior successo».

 

In Corea non sono poche le persone che hanno speso pubblicamente parole gentili nei confronti dell’autore, ad esempio il produttore Cha Seung-jae in occasione di una premiere di Tazza The High Rollers lo ha definito «un geniale narratore per la sua spettacolare capacità di sviluppare storie elaborate»

Choi Dong-hoon fin dal suo esordio con The Big Swindle (2004) dimostra di conoscere alla grande i gusti del pubblico diventando una sorta di squalo da box offic offrendo sempre uno spettacolo commerciale di livello, privilegiando il terreno dell’heist movie decodificandolo di volta in volta con spirito e metodo differente.

 

Il regista incanala successi commerciali uno dietro l’altro e nel 2012 con The Thieves raggiunge “l’olimpo” piazzando il maggior incasso della storia del cinema coreano, superando il bellissimo The Host (2006) di Bong Jooh-ho [il Korean Film Council non ha smentito tale dato eppure ha lasciato intendere che il film non sia riuscito a superare The Host].

 

Choi Dong-hoon è una macchina perfetta e riesce nel difficilissimo compito di assemblare innanzitutto un cast mostruoso [Lee Jung-jae, Kim yoon-seok, Kim Hye-soo, Oh Dal-su, Kim Hae-sook o Simon Yam] garantendo a tutti una giusta parte e mantenendo una dignitosa coerenza logico-narrativa, detto questo il suo merito maggiore riguarda l’aver mescolato sapientemente tutti i generi ed elementi amati dal pubblico locale, dal melodramma al gangster-movie passando alla commedia o police procedural, senza perdere mai il controllo sul film, evitando quindi un pasticciaccio brutto.

Vi lascio le entusiasmanti osservazioni della diva Kim Hye-soo (interpreta la scassinatrice Peepse): 

«Choi Dong-hoon è un genio che lavora anche molto duramente […] il film è il prodotto di una mente calcolatrice orientata ai dettagli. Penso che lui sappia chi sia, quale tipo di film vuole esattamente fare e come farlo e The Thieves lo dimostra».

Hye-soo Kim, Jung-jae Lee, Dal-soo Oh, Gianna Jun

The Thieves (2012): Hye-soo Kim, Jung-jae Lee, Dal-soo Oh, Gianna Jun

The Thieves superficialmente si presenta come una sorta di remake coreano del celebre Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh (2001); paragoni subito smentiti dallo stesso Choi Dong-hoon, il quale ha evidenziato invece di essersi ispirato a due suoi film precedenti (i già citati The Big Swindle Tazza The High Rollers) cercando in aggiunta di focalizzarsi su venature differenti dell’heist-movie tradizionale, ed infatti l’opera spiazza tutti tralasciando un dettaglio distintivo del filone, ossia la composizione del team

 

Il film in effetti si apre in medias res mostrandoci, alla luce del sole, un colpo alquanto sofisticato orchestrato da una squadra di ladri affiatati ed esperti, guidati dall’eccentrico Popoie (Lee Jung-jia), che deve rubare un antico manufatto depositato in un caveau sotterraneo all’interno di un grattacielo nel centro di Seul.

Un altro aspetto interessante riguarda la comparsa di un secondo team di ladri che si uniscono controvoglia ai nostri anti-eroi coreani con l’obiettivo di effettuare un colpo grosso da 20 milioni di dollari; anche loro vengono presentanti in medias res nel bel mezzo di una rapina fulminea ad una gioielleria di Hong Kong. 

Una volta riuniti i due team, il regista ricorre comunque ad  alcuni stilemi tipici del genere, tra cui la classica spiegazione dettagliata del piano seguita ed alternata da flashforward che traducono in immagini la suddetta spiegazione, anticipando parte dell’azione.

 

The Thieves punta poi moltissimo sulla rielaborazione di svariati tratti distintivi specifici del cinema di Hong Kong, fonte primaria d’ispirazione per molti registi coreani contemporanei; ovviamente non mi riferisco solo alla mescolanza dei generi più disparati ma troviamo proprio tante tematiche (contenutistiche e stilistiche) riconducibili a precisi autori, il tutto inserito con la giusta malizia senza cadere nel becero plagio.

Hye-soo Kim

The Thieves (2012): Hye-soo Kim

Esemplare l’espediente del tradimento, motore propulsore del film. 

In The Thieves praticamente tutti i personaggi tradiscono più e più volte, innescando doppi giochi continui con ribaltamenti inaspettati ed improvvisi. 

Il tema del tradimento è un grande classico del cinema di John Woo, qui rielaborato e riadattato secondo la visione personale di Choi Dong-hoon però il richiamo è abbastanza evidente, confermato dalla presenza del leggendario Simon Yam il cui personaggio ricorda l’enigmatico ed audace Luke di Bullet in the Head.

 

Dal tradimento arriviamo ad un altro topos del cinema di Hong Kong, ovvero l’infiltrato (pensiamo solamente alla celebre trilogia di Infernal Affairs); Julie sembrerebbe essere una scassinatrice dal talento naturale, considerando i trascorsi di suo padre, ma in realtà è un agente sotto copertura, il cui scopo è arrestare Macao Park ed annientare una nota organizzazione criminale guidata dal cinese Wei Wong.

 

Scendendo nei particolari impossibile non citare la partita a carte fra Chen (Simon Yam) e Madame Tiffany, sequenza che ricorda sia il precedente Tazza sia la saga “Gamblers” ideata da Wong Jing.

Fondamentale altresì la concretizzazione di un fato beffardo nei momenti meno opportuni, elemento di spicco del noir firmato Johnnie To

Concludendo il compendio dei richiami hongkonghesi,  Choi Dong-hoon strizza l’occhio all’enfatizzazione drammatica delle scene d’azione alla Dante Lam, non abusandone e utilizzandola in specifici momenti.

Jung-jae Lee

The Thieves (2012): Jung-jae Lee

In The Thieves in aggiunta si rivela valido l’approccio registico, solido e dal ritmo spumeggiante. 

Le scene d’azione sono gestite egregiamente e comprendono una discreta varietà di situazioni; emozionante la fuga rocambolesca sulle facciate di un palazzo di Macao Park, scena davvero roboante marcata da un uso limitato dalla CGI, sostituita da stunt fenomenali oppure superbo l’incidente drammatico che coinvolge Simon Yam anticipato da una sparatoria geometrica alla Johnnie To e non dimentichiamoci dei vari omicidi (sul finale) brutali, secchi e realistici.

Ulteriormente interessante poi la scansione narrativa complessivamente lineare ma di tanto in tanto arricchita da una timeline “irregolare” con flashback e flashforward.

Dal-soo Oh, Jung-jae Lee

The Thieves (2012): Dal-soo Oh, Jung-jae Lee

The Thieves è un buon blockbuster di puro intrattenimento, caratterizzato da un processo produttivo mostruoso.

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