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Viaggio sola

Regia di Maria Sole Tognazzi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Viaggio sola

di maurizio73
4 stelle

Commedia dolce-amara sulla solitudine della donna moderna, il film della Tognazzi è sospeso tra la leggerezza di uno spunto in grado di tenere desta l'attenzione dello spettatore e le riflessioni en passant sulla ricerca di una improbabile felicità al di fuori dei consolidati schemi dell'affettività familiare.

Donna single e indipendente, Irene si divide tra le continue trasferte negli hotels di lusso che recensisce per lavoro ed una vita affettiva distratta e frettolosa che la lega alla famiglia della sorella sposata e ad un ex compagno, ora amico inseparabile. La prematura e improvvisa scomparsa di una donna sola come lei, occasionalmente conosciuta durante un soggiorno berlinese, la faranno ricredere sulla falsa libertà della sua condizione di inviata giramondo e sulla fragilità esistenziale di chi non riesce a legarsi veramente a qualcun altro.

 

locandina

Viaggio sola (2013): locandina

 

Commedia dolce-amara sulla solitudine della donna moderna, il film di Maria Sole Tognazzi, ricalca più o meno fedelmente le perniciose inclinazioni della maggior parte del cinema d'autore nostrano, sospeso tra la leggerezza di uno spunto in grado di tenere desta l'attenzione dello spettatore e le riflessioni en passant sulla ricerca di una improbabile felicità al di fuori dei consolidati schemi dell'affettività familiare. Se l'emulazione dei modelli americani riesce talvolta più facile che avvalersi di soluzioni veramente originali (Up in the Air), questa piece cinematografica della Tognazzi (scritta a sei mani insieme ai bravi Francesca Marciano e Ivan Cotroneo) alterna un pò schematicamente i siparietti delle sortite alberghiere di una commessa viaggiatrice in incognito chiamata a fare un lavoro un pò infame (La felicità è un sistema complesso) con l'accidentato percorso esistenziale di una donna in carriera cui un evento luttoso induce ad una inevitale riconsiderazione delle proprie priorità (Il mio domani), riportando toni e conclusioni alla specificità di un provincialismo culturale ove dialoghi e situazioni ricercano più il buonismo dell'effetto teatrale che la verosimiglianza di personaggi e sentimenti (le sorelle che si riconciliano grazie ad un corriere espresso, le potenziali rivali in amore colte da una improvvisa solidarietà femminile). Cucito addosso alla sorniona eleganza della bella Buy, è un film che riesce ad articolarsi nel continuo ping pong tra i vantaggi e gli svantaggi di scelte di vita diametralmente opposte, chiedendosi a più riprese se la ricerca della felicità sia il giusto compromesso tra condivisione e libertà oppure il frutto una formula magica che ciascuno potrà scoprire solamente vivendo. Ottimi comprimari l'amico del cuore del fruttivendolo Stefano Accorsi e la sorella con prole di una incasinata Fabrizia Sacchi, mentre assolutamente marginale la comparsata di un Giammarco Tognazzi che la sorella (quella vera) ha chiamato a guadagnarsi un immeritato cachet. Prodotto dall'indipendete BiancaFilm con il determinante contributo pubblico di RAI Cimena e l'immancabile sostegno ministeriale, ha il merito non secondario di una durata ragionevole. David e Ciak d'oro per Margherita Buy quale migliore attrice protagonista e Nastro d'Argento alla migliore commedia per Maria Sole Tognazzi.


Liberta' risali a ieri
ma ricordo a malapena
che eri tutti i miei pensieri
il mio pranzo e la mia cena...

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