Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Considerato il primo esempio di neorealismo assieme a "Ossessione" di Visconti, questo cortometraggio di 11 minuti più che un documentario è un docu-fiction, dato che l'azione è preparata e gli interpreti sono diretti dal regista. Le immagini sono bellissime, la fotografia è ottima, a parte un paio di sequenze al chiuso dove è evidente l'uso di illuminazione artificiale, e ricorda a chi scrive parecchie opere della cinematografia russa. La parte sonora è costituita da una voce narrante femminile su un ottimo sottofondo musicale di Mario Labroca, da notare l'inserimento nel testo di due frasi in dialetto. Le riprese sono state effettuate per lo più nel 1943 a Pontelagoscuro, località molto vicina a Ferrara, patria del regista, ma il cortometraggio fu terminatoto ed uscì in circolazione solo dopo la fine della guerra, nel 1947. Antonioni fu sempre molto legato a questa sua opera prima, che considerò l'origine dalla quale derivarono tutte le sue pellicole successive. Tale è la sensazione che se ne ricava: questi undici minuti sembrano stati estratti da un'opera di più ampio respiro, sembrano la prova generale di ciò che verrà.
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