Regia di Terrence Malick vedi scheda film
Purtroppo sono tra coloro che non si sono trovati sulla lunghezza d'onda di "To the wonder" e me ne dispiaccio perchè, essendo un soggetto contemplativo, le opere che inducono alla riflessione di solito mi interessano molto. In questo caso invece, pur comprendendo l'intenzione del film di suggerire anzichè raccontare, meditare anzichè descrivere, sono rimasta completamente estranea al film, un po' come quando qualcuno ti fa vedere le foto delle vacanze cercando di animarle con commenti tipo "qui eravamo sull'isola e faceva molto caldo... qui ci siamo divertiti un sacco..." mentre tu pensi che tutto questo non ti appartiene e ti domandi quante foto ci saranno ancora da guardare. Il film infatti è continuamente commentato con didascalie, riflessioni, aforismi (molti dei quali non proprio indimenticabili...) che illustrano immagini esteticamente belle ma narrativamente poco coinvolgenti e in alcuni punti abbastanza confuse. Non riuscire a spiegarsi la fine di un amore dovrebbe essere lo spunto per riflettere sugli altri grandi misteri della vita ma la storia tra i due protagonisti, forse poco approfondita proprio per rappresentare un archetipo, non ha lo slancio per trascendere se stessa, nonostante la voce fuori campo lavori incessantemente in questa direzione. Devo dire che nonostante il film non mi abbia convinto per niente, compresa la direzione degli attori, Olga Kurylenko non mi è dispiaciuta, considerata la limitatatezza espressiva che le è concessa (pochissime battutte, più che altro saltella e volteggia) ma quanto meno è riuscita a dare un po' di colore ad una figura piuttosto astratta. Ben Affleck invece, al pari del suo personaggio, è del tutto ininfluente e purtroppo anche Xavier Bardem non aveva molti elementi per dare spessore al sacerdote che dispensa consigli sulla vita di coppia. Per quale motivo le strade di Romina Mondello e Terrence Malick si siano incrociate non me lo spiego. Nonostante la mia non-partecipazione, capisco che il film possa aver invece avuto un buon riscontro, come succede con le opere che mirano a creare delle suggestioni o a innescare una libera rielaborazione di temi universali. In questi casi però io riconoscerei pari, se non superiore, merito alla buona disposizione del pubblico, nonchè alla sua capacità di rispondere in modo personale, empatico e creativo, che non alla sostanza del film in se'.
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