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End of Watch - Tolleranza zero

Regia di David Ayer vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su End of Watch - Tolleranza zero

di GIMON 82
6 stelle

Dopo aver visto "End of Watch" in sala, sono corso su Youtube a (ri)vedermi il trailer in lingua originale,una mia mossa  pertinente ad una sorta di "confronto" linguistico.Il responso è stato secco ed immediato,il doppiaggio italiano è incongruente e penalizza l'intera storia,da qui la scelta delle tre stellette che indicano una sufficienza a malincuore per un film forse un po bistrattato dalla critica,ma ben racchiuso nei luoghi e nella cura dettagliata di ambienti e "facce".Siamo nella Los Angeles della "polizia",quella che crede nel suo lavoro,un America densa di malavita ispanica e di colore,impregnante il territorio e l'aria di droga e piombo,un universo criminoso in cui le gang si sparano a fronte per un dominio incondizionato al colore di polvere bianca e di asfalto marcio.Vi sono due poliziotti:,Brian Taylor e Zavala,il bianco e l'ispanico,un alchimia dal sapore etnico che funziona bene,in scambi di battute spinte e cameratismo,a loro il compito di difendere l'onore di un distintivo e ripulire le strade dalla feccia.Il regista David Ayer gia' sceneggiatore di Fuqua per "Training Day" infarcisce il suo film di luoghi comuni gia' visti e al sapore di retorica,dove combaciano i tasselli di uno scontro per la sopravvivenza tra legge e crimine.Le strade di "End of watch" sono di quelle da poliziesco duro,puramente "massiccio e incazzato" dove lo sconto e la tolleranza sono un viatico inverso,qui vige la legge animale del piu' cattivo.Il regista sceglie una sorta di "compromesso" per arrivare dritto alla storia e alla vita dei protagonisti,l'uso della telecamera a mano dona un realismo di stampo documentaristico,di quello dove Gillenhal e Pena sono vis di "giustizieri" che parlano a noi spettatori.Una scelta donante senz'altro un pezzo di realismo forse un po troppo cercato che (S)cade in un veritiero ricco di trovate kitsch,sinonimo di un egemonia criminale consolidata nel territorio al sapore di baracconata tamarra,vedi pistole indiademate o kalshnikov dorati.Come ho ribadito prima la macchina da presa insegue le soggettive ad ogni costo,relegando storia e personaggi ad un livello di realismo estremo,dato che sia Gillenhal che Pena per sei mesi hanno convissuto al fianco di veri poliziotti del dipartimento di Los Angeles.Il film in se non insegue un vero filone narrativo,ma ci racconta una giornata di ordinario lavoro,tra battute,colpi di arma,sangue e cadaveri smembrati,noi siamo li a guardare la storia,ben girata e calibrata su misura sui personaggi,pero' la scelta di girare in maniera anticonvenzionale alla lunga stanca e risulta irritante,"End of the Watch" è un film con cui bisogna "scendere a patti",la narrazione è un po lagunosa e stancante,pero' la cura al dettaglio è enorme e di questo ne va dato atto,la prima mezz'ora risulta un qualcosa di gia' visto,pero' è tutto parte di un teatro della legge da "giustizieri" alla Bronson,dove comanda il pugno duro,la seconda parte scende di piu' nel privato dei personaggi,dove vediamo l'importanza della famiglia per uno "sbirro",una sorta di A.C.A.B. a stelle e strisce dove il finale è pero' toccante e amaro e riesce persino a commuovere.......ho gia' anticipato troppo e non cado nel rischio di spoilerare,"End of watch" è un ritratto crudo e imperamente realista che vive grazie alle intrpretazioni di Gillenhal e Pena che si spartiscono l'equita' d'interpretazioni misurate e mai fuori tempo,entrambi si danno da fare per rendere i loro "sbirri" un qualcosa non solo distintivo e grilletto,ma uomini con un cuore.Peccato per il doppiaggio italiano,quello in lingua madre dona un "suono" diverso all'intera storia,accompagnata da un eccellente sonorita' rap,  il resto della pellicola non è da buttare ma pecca di qualche lacuna scritturale.,Peccato per un film i cui binari della storia erano giusti nel mostrarci la vita vera di chi lavora per la giustizia......Voto 6,5.

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