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Troppo amore

Regia di Liliana Cavani vedi scheda film

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La recensione su Troppo amore

di maghella
8 stelle

Lo stalker, la molestia, è un fenomeno fastidioso, pericoloso che influenza la vita di chi lo subisce. “Troppo amore” è un buon film per la tv che tratta in modo convincente questo tema, finalmente uscito su Rai 1 in prima serata. Livia è una ragazza giovane e bella, dalla vita indipendente, con le giornate piene di impegni, lavoro, amici…Un giorno, incontra un uomo, vicino di casa, che l’aiuta a sfuggire da una aggressione.

In verità l’uomo, Umberto, è da tempo che spia Livia dalla finestra, fotografandola durante le ore del giorno e della notte. Comincia una relazione tra i due, Livia si innamora di Umberto, un giovane professore universitario, colto, ricco e affascinante, che la ricopre di attenzioni e premure, decide così di andare a vivere nella lussuosa villa di lui, ben presto i comportamenti disturbati e violenti dell’uomo si manifestano nella peggiore delle maniere…

Ero ansiosa di vedere questo film, perché volevo capire come sarebbe stato trattato un tema tanto difficile, che si presta ad essere manipolato e mal capito,  è facile infatti non comprendere più i motivi della vittima, piuttosto che condannare quelli del carnefice.  Lo stato di paura e allo stesso tempo di dipendenza che si crea tra vittima e carnefice è angosciante e davvero inconcepibile: come può una donna picchiata e umiliata trovare giustificazioni in chi l’ha maltrattata?  Come si può continuare a credere a parole senza senso quando i fatti sono chiari nel mostrare i lati sempre più bui e pericolosi dell’uomo?

Livia è una ragazza semplice, che si è lasciata lusingare dalle attenzioni di un uomo che lei reputa “superiore”, senza accorgersene cambia modo di vivere, abbandona il lavoro diventando economicamente dipendente da lui, lascia gli amici, si sente inadeguata allo stile di vita del compagno, lo asseconda nelle richieste…già tutto questo non è amore. Quando poi secondo Umberto Livia “sbaglia” nell’impicciarsi nella sua vita passata, arrivano le botte, quelle che non possono essere giustificate…mai!

Comincia la paura, cominciano le telefonate ossessive, prima di scuse, poi di minacce. Livia ha paura a uscire, a parlare, si sente comunque in colpa di aver provocato tutto ciò, questa è la parte più interessante del film. La  storia, infatti, non ha indugiato sulle scene di violenza fisica, che forse avrebbero provocato più azione, ma ha raccontato, secondo me molto bene, proprio il travaglio e i pericoli che certe persone attraversano quando hanno la sfortuna di incontrare e legarsi a persone ossessive e manipolatrici, come Umberto nel film.  La paura di denunciare alla polizia,  non sapersi difendere, non lasciarsi condizionare dalle minacce, cercare di ricostruirsi i legami affettivi perduti…tutto questo viene approfondito molto bene, e anche la soluzione finale non fa cascare il film in patetici epiloghi.  

Antonia Liskova l’ho trovata molto brava in questa parte così complicata nel mostrare due volti di donna tanto differenti: la prima della ragazza spensierata e serena, la seconda della donna che vuole essere come il suo uomo la vuole, ed è forse questa mancanza di sicurezza che la rende una vittima prescelta.

Per me questo esordio di “Troppo amore” è stato positivo, finalmente una produzione televisiva, che tratta temi importanti al femminile non in maniera patinata e fasulla, in modo più che dignitoso. Qualche incertezza nel racconto c’è,  troppe dissolvenze nelle scene, sinceramente si potevano evitare alcune scene di “amore” da fiction, dialoghi molto televisivi…ma tutto sommato si nota un buon impegno nel voler confezionare un prodotto di qualità. Sicuramente guarderò gli altri tre film della serie televisiva.

 

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