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Come pietra paziente

Regia di Atiq Rahimi vedi scheda film

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La recensione su Come pietra paziente

di alan smithee
8 stelle

locandina italiana

Come pietra paziente (2012): locandina italiana

17 MARS-19 MARS 2013: LE PRINTEMPS DU CINEMA.

Dal 17 marzo per tre giorni in Francia è sbocciata la “Primavera del cinema”: una stagione breve e tra l’altro funestata da maltempo diffuso, situazione che tuttavia si presenta, almeno cinematograficamente, favorevole per garantire l’afflusso di spettatori, invitati  a frequentare le sale anche o soprattutto dall’irresistibile prezzo del biglietto, sceso per l'occasione a euro 3,5 (contro un prezzo medio di oltre 10 euro nelle sale Pathé): nulla di trascendentale per carità, ma tanto basta per riempire le sale di una Nizza che già nelle ore mattutine (si perché in Francia nessuno si vergogna a frequentare le sale la mattina, se il tempo libero glielo permette) presentava code davanti ai cinema: gente che pagando il biglietto acquistava spesso pure quello di unaltro film con inizio immediatamente successivo per garantirsi il posto.

Che bello!!

Golshifteh Farahani, Hamid Djavdan

Come pietra paziente (2012): Golshifteh Farahani, Hamid Djavdan

Una bella atmosfera che denota una volta in più come un po’ di strategia ben pubblicizzata potrebbe pure da noi restituire spettatori alle nostre sale semi abbandonate.

La mia “mini” maratona cinematografica domenicale (ben altra cosa sono state le maratone torinesi dello scorso autunno) ha incluso tre film riusciti, belli o almeno interessanti: l’afgano Sangué Sabour-come pietra paziente; il franco/iberico L’artiste e son modèle; l’israelo/palestinese Zaytoun.

Syngue Sabour fa riferimento ad una storia bizzarra ma coinvolgente raccontata ad una bella donna afgana dalla zia, da tempo ripudiata dal marito perché sterile e titolare di una casa d’appuntamenti clandestina.

Secondo questa novella esisterebbe una pietra che, pur inerte e senza vita, ha il potere di ascoltare le confessioni di chi ad essa si rivolge e contribuire a trovare una soluzione a dilemmi e problematiche che affliggono coloro che ad essa si confidano aprendo il proprio animo con la massima sincerità.

La pietra inerte della giovane bellissima donna è invece il corpo comatoso dell’anziano marito, membro della Jihad ora in stato vegetativo dopo che un proiettile gli ha trapassato la nuca.

Golshifteh Farahani

Come pietra paziente (2012): Golshifteh Farahani

 

La donna è disperata perché la zona attorno al suo villaggio è sotto il fuoco contrapposto delle due fazioni e i morti innocenti tra la folla piovono come gocce d’acqua.

Più volte la tentazione di lasciare quel corpo in balia di se stesso (“vai al diavolo” gli grida disperata la donna in più occasioni) prende vita nella donna, che ogni giorno raggiunge la sera la casa della cugina ove ha custodito le due figlie bambine.

Poi però ogni giorno la moglie devota ritorna per cambiare la flebo al malato senza speranza, gli parla e si confessa come di fronte alla famosa pietra inerte della favola raccontatale.

Da quella lunga confessione lo spettatore capisce pian piano molte cose di un ambito familiare che svela pian piano segreti fino a quel momento inconfessabili, in un susseguirsi di avvicendamenti che hanno la capacità di coinvolgere sempre più come in un thriller dei sentimenti.

Bellissimo film coraggioso che sfodera una schiettezza di dialoghi e situazioni fino ad ora sconosciuta in un paese caldo ed oppresso come l’Afghanistan.

Scenografie semplici ma sofisticatissime e seducenti in cui gli interni semplici e scrostati di case povere e devastate da razzie e bombardamenti si accostano ai colori seducenti delle sete semplici ma sfavillanti che accolgono gli interi corpi di queste donne sempre succubi di un’autorità maschile spesso prepotente, vigliacca ed autoritaria, creando un contrasto dal grande appeal visivo in grado di sedurci quasi quanto l’intrigante vicenda che sta alla base della pellicola.

Un film che è legittimo domandarsi come sia riuscito a varcare i confini di una censura (iraniana o afgana che sia) che da anni segrega registi ed artisti che osano scostarsi coraggiosamente dagli oppressivi vincoli da regimetotalitario ora più che mai in vigore ed in aperto conflitto e sprezzo contro gli appelli accorati di tutto il mondo Occidentale.

In questo contesto la star femminile iraniana ormai più nota (e bella) attualmente in circolazione , Golshifteh Farahani illumina di luce propria con il suo sguardo dolente e iconico da madonna una pellicola potente visivamente e molto intima, ma in grado pure di avvincere emotivamente.

 

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