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All'ultima spiaggia

Regia di Gianluca Ansanelli vedi scheda film

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La recensione su All'ultima spiaggia

di supadany
2 stelle

Di commedie scadenti ne è pieno il mondo, in Italia vi è poi ancor più abbondanza, ma all’interno di un segmento da anni con poche sorprese e tanti fallimenti, l’opera prima di Gianluca Ansanelli finisce tra quest’ultimi e pure piazzato male.

Già presentare diversi episodi indipendenti ha un sapore più televisivo che cinematografico, ma se poi sono anche deboli, quando va bene, allora c’è davvero poco a cui appellarsi per risollevarsi.

Lo sfondo è presto descritto; in un’Italia sempre più alla deriva ecco un nuovo reality dove chi è più disperato vince.

C’è chi come Ester (Nicole Grimaudo) è combattuta tra l’amore che prova per Ramona (Paola Minaccioni) e quello per il suo ex Riccardo (Dario Bandiera); c’è Paolo (Giuseppe Giacobazzi) che dopo il rifiuto di un mutuo tenta di rapinare una banca senza nessuna possibilità di spuntarla; Antonio vive con una splendida donna sudamericana, ma quando i suoi amici del cuore scoprono che faceva la pornostar il suo idillio rischia di svanire.

Infine c’è Fabio (Ivano Marescotti), imprenditore padano che si ritrova ricoverato in un ospedale di Napoli a fianco di un intrallazziere e le sue ansie saranno accentuate da una scomoda verità che sua figlia gli deve dire.

 

 

Trasportare il cabaret al cinema non è cosa facile, i tempi scenici cambiano, le attese del pubblico sono diverse e per non precipitare occorrono diverse qualità, sia nel dinamismo della regia che nella predisposizione dei comici a cambiare tempistiche (per froza di cose allungate).

Cose che a Gianluca Ansanelli, e collaudata troupe al seguito, riescono poco e male poco aiutato dai colleghi comici che accusano il colpo di micro storie(lle) dal fiato corto ed aiutato giusto un pizzico di più da chi al cinema è più avvezzo, come il navigato Ivano Marescotti, la bella Nicole Grimaudo, un comunque spuntato Dario Bandiera ed una Paola Minaccioni chiamata a metterci un po’ di carattere.

Quattro episodi di cui i primi tre sono in costante decrescita qualitativa; se il primo ha qualche sprazzo di vitalità, il secondo appare stupido strappando pochissimi sorrisi, il terzo è di una pochezza sconfortante; il quarto in realtà vorrebbe provare ad andare oltre, ma finisce con l’essere poco di più di un semplice colpo di grazia.

Film a episodi poco omogeneo, se non per quanto riguarda la scadente qualità, senza nuovi comici in grado di fare la differenza, fermo restando che non è facile riuscirci con del materiale alle spalle così poco invitante, tanto che anche chi ha più esperienza va anche un po’ meglio, ma rimanendo pur sempre lontano da risultati quanto meno passabili.

Debacle (annunciata). 

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