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Paganini Horror

Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film

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La recensione su Paganini Horror

di Donapinto
1 stelle

Negli anni 80', il cinema horror italiano (se si escludono Dario Argento e Pupi Avati) ha conosciuto probabilmente il suo periodo più nero, "regalandoci" mediocri e anonime pellicole come SPETTRI, MAYA, DELIRIA, LA CHIESA, CAMPING DEL TERRORE e NOSFERATU A VENEZIA, giusto per dare un'idea. Il punto più basso e' stato probabilmente raggiunto da Luigi Cozzi, forse con il titolo peggiore per l'intero genere nella nostra cinematografia. PAGANINI HORROR, sembra esser stato realizzato sulla scia di KINSKI PAGANINI, diretto e interpretato lo stesso anno dall'istrionico Klaus Kinski. Per il suo film, Luigi Cozzi ha sempre lamentato la scarsissima disponibilità di mezzi datagli dalla produzione. Purtroppo non e' solo il bassissimo budget il problema di questo filmaccio che vorrebbe spacciarsi per un film dell'orrore, diretto e interpretato in maniera dilettantesca e amatoriale. Cozzi sarà anche un bravo scrittore di cinema, ma per quanto riguarda sceneggiature e direzione degli attori, meglio che abbandoni al più presto tale professione. A nulla e' valsa la presenza nel cast di Daria Nicolodi, anche co-sceneggiatrice e del bravissimo Donald Pleasence, attore che troppo spesso, specie in Italia, ha scelto di recitare in produzioni che valevano di gran lunga meno di lui. Un conto e' interpretare il simpatico e spassoso dottore filonazista in ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO, un altro e' impersonare Belzebu' in questo disastro annunciato. Interpreti ridicolissimi (tranne la Nicolodi, qui al minimo sindacale, e Pleasence naturalmente) e doppiati in maniera oltraggiosa. In particolare l'animata discussione tra la leader della rock-band e la produttrice discografica in sala di registrazione, una perla da far vedere nelle scuole di recitazione, proprio per mostrare come non bisogna recitare. Cozzi dal canto suo, cerca di rimediare creando atmosfere oniriche e inquietanti, ispirandosi all'amico Argento e in particolare a SUSPIRIA e INFERNO. L'incipt, con la bambina che in una Venezia spettrale sale sulla gondola che si muove nei canali deserti della città lagunare, sembrava dare qualche speranza. E' bastato che un attore aprisse bocca, per vanificare completamente il tutto. Spettacolo degno di una compagnia teatrale da oratorio.

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