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Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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Charlus Jackson

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La recensione su 8 1/2

di Charlus Jackson
8 stelle

A mio vedere, un film che è stato leggermente frainteso. Che Fellini sia autobiografico (io direi lirico, la differenza non è poca) non cambia niente, tutti gli artisti tendono inevitabilmente a essere lirici, che Fellini lo sia stato più spudoratamente degli altri non mi interessa e non è certo questa profonda novità creativa. A Ciajkovskij alcuni rimprovera(va)no l'eccesso di lirismo, ora cosa ne sapete voi di quel che passava nella testa di Ciajkovskij quando scriveva una sinfonia? I moduli critici dello spettatore comune si basano su modelli veramente troppo banali, su concetti inflazionati come "artista soggettivo", "artista tendente all'oggettività", dico, diamine, concetti superati due secoli fa quando un certo Hegel dimostrò che è postulato di qualsiasi attività di spirito che soggettivo e oggettivo siano trascesi nell'Assoluto. Vorrò quindi esaminare il film dal punto di vista dell'assoluto artistico, indipendentemente dai luoghi comuni che Fellini racconti se stesso o racconti l'atmosfera italiana o del cinema o altre storie. Arduo negare che il film disegni un percorso creativo, un percorso creativo che si alimenta sull'incontro-scontro di tensioni - un'emozione sottesa del sentire intorno a sè il Bello, l'intellettualità (il personaggio dell'intellettuale che a tratti, per come segue flussi di coscienza incoerenti, pare più un alter ego del protagonista), ricordi nostalgici o problematici, tensioni religiose o più ampliamente mistiche, curiosità per il femminile, crisi d'identità, la ricerca del mistero del puro con la fanciulla della sua simbologia che lo rincorre come un sogno - tensioni che forse il protagonista, violentato dalla potenza dell'ispirazione, non riesce a reggere (il colpo di pistola che si spara quando, durante la conferenza stampa, si rifugia sotto il tavolino). Che il finale sia metafisico-mortifero o meno, costituisce un'ascesi nel senso più alto: trionfa l'humanitas o più ampliamente l'amore mistico, l'amore sprizzante per ogni personaggio, valenza della vita e dell'arte. Nulla pare sbagliato in questa meravigliosa sinfonia visiva, di tale eleganza e suggestione.

Su Anouk Aimée

Eccellente

Su Marcello Mastroianni

Il personaggio in quanto tale è chiaramente incoerente, irreale, che sia lo specchio di Fellini o meno. Non è dato di intuire nulla della sua poetica d'artista. Un regista 43enne che sembrerebbe far cinema commerciale (i produttori gli mettono a disposizione una ricostruzione d'astronave come se niente fosse; il dottore, a meno che non sia un cinefilo "mancato", dice di ammirarlo moltissimo), ma fa film "senza speranza" (sempre il dottore), tende al simbolismo (la metafora della purezza perduta) ma l'intellettuale (e anche qui, notavo come fosse incoerente), proprio rimproverandogli la banalità (?) della metafora, nota come il film sfoci in una serie di suites visive prive di senso!

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