Regia di Ernst Lubitsch, George Cukor vedi scheda film
Il film può piacere o non piacere, e non posso discutere i giudizi di "perfezione" dati da molti "critici", anche se io continuo a trovarlo molto banale, o piuttosto insulso; ma che riescano a travisarne la vicenda così elementare mi pare ancora incredibile, nonostante i continui esempi di travisamenti: una coppia di parigini innamoratissimi … pur essendo sposati, anzi felici di esserlo, André Bertier (Chevalier), medico, e Colette, visti nelle loro smancerie affettive ripetute per tutto il film, resistono, con breve cedimento di "un'ora" o di pochi minuti (più breve e minore il cedimento della donna, secondo l'etica di Hollywood del tempo), agli attacchi rispettivamente di Mitzy, la migliore amica di lei, e di Adolph, il migliore amico di lui, di cui gli sposi rifiutano di sospettare. Con invito finale alla fedeltà coniugale, così smaccato da suonare ironico, anche se sostanzialmente coerente al pensiero di Lubitsch. Ma qualcuno fa di André un dongiovanni impenitente, altri un medico perseguitato dalle sue pazienti, altri vedono Colette gelosa della sua amica (di cui invece dovrebbe essere e non è). Forse perché tutti, pur lodando il film, si sono addormentati guardandolo e l'hanno inventato a proprio gusto.
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