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L'occhio che uccide

Regia di Michael Powell vedi scheda film

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VinnySparrow

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La recensione su L'occhio che uccide

di VinnySparrow
9 stelle

Un capolavoro. Incredibile che sia stato girato nel 1960. Da vedere assolutamente. Da non perdere.

La prima cosa che mi viene da dire dopo aver visto questo film è la seguente: Ma veramente questo film è stato girato nel 1960 ? 

Un film così scioccante, un film così incredibile, capace di mettere ansia a fiumi, capace di far riflettere pienamente su temi assai drammatici come quelli delle turbe mentali, della paranoia, della tentazione, dell'istinto e dei lati oscuri che albergano nell'animo umano ma anche all'interno di un mondo "dorato" come quello del cinema. 

"L'occhio che uccide" è un atroce e drammatico capolavoro che non può lasciare indifferenti. 

Karlheinz Böhm

L'occhio che uccide (1960): Karlheinz Böhm

Carne e macchina da presa si fondono, dando vita ad un cocktail di pazzia e malvagità. Detto così sembra che stiamo affrontando una tipica opera di David Cronenberg, e in effetti il fulco principale della pellicola è proprio questo. L'uomo che non può più fare a meno del suo strumento (in questo caso una telecamera) per compiere gesta partorite non dalla macchina ma dalla sua mente malata. 

E' il caso di Mark, operatore di macchina, assistente alla regia che dopo un'infanzia terribile al servizio di crudeli esperimenti psicologici da parte del padre si ritrova ad essere un serial killer. 

Un serial killer che però ha paura, è insicuro, è timido, vorrebbe non fare quelle terribili azioni ma i suoi impulsi si dimostrano estremamente più forti e di conseguenza la portano a compiere crudeli omicidi. 

Una telecamera portatile ma dotata anche di tre-piedi, uno di questi è un coltello. L'assassino punta questo piede-coltello dritto verso la gola delle attrici, intanto la camera è accesa è filma i volti terrorizzati delle poverette ormai ad una passo dalla morte. 

Terribile. Filmare la morte, vedere il proprio sguardo che si trasforma in morte o meglio ancora vedere che faccia ha la morte. 

La telecamera, strumento di morte per Mark che opera anche sul carattere e sullo stato d'animo. 

Da notare che quando la ragazza innamorata di lui gli suggerisce di lasciare a casa lo strumento Mark diventa più tranquillo, più amorevole, quasi un ragazza normale, che ha voglia di vivere e di innamorarsi. 

Fino a quando però i suoi "veri" occhi non puntano verso una bella donna, ecco che li torna la paranoia...ma non avendo con se lo strumento ed essendo in compagnia della ragazza a cui lui tiene davvero riesce a dominare la sua personale e folle tentazione. 

Anna Massey

L'occhio che uccide (1960): Anna Massey

Il sesso nel film è sempre presente (incredibile ripensando al fatto che stiamo parlando di un film girato nel 1960), il sesso è presente nella visione dei filmati del killer, si vede chiaramante che lui è estremamente eccitato dal vedere quei suoi terribili filmati. La vendita di riviste pornografiche a uomini anziani..."quel signore che ha comprato la rivista...sicuramente stasera non giocherà a scacchi", chiaro riferimento alla masturbazione. Temi che inquadrati nel 1960 sono fantascientifici, infatti il film è stato crticato, ignorato, demolito dalla critica e dal pubblico moralista di quei tempi. 

Ci sono voluti anni per rivalutare l'opera e parlare giustamente di capolavoro. 

Oltre questo, il film è anche un'amara critica al mondo del cinema, il mondo dei divi e delle dive, un mondo che ci hanno dipinto come mondo perfetto ma che in realtà anche lì sono nascosti mostri e mostruosità. 

Dietro una macchina da presa non si nascondono sorrisi e abbracci, talvolta anche rabbia, risentimenti, follie e non tutti gli addetti ai lavori sono persone "normali". 

La pazzia può essere in agguato sempre e comunque, indipendentemente dalla classe sociale, indipendentemente dalla ricchezza o dalla povertà, indipendentemente dall'essere amati o essere emarginati. 

La lenta progressione di follie di Mark porterà ad un finale ancora più drammatico che naturalmente non svelo perchè gradirei molto che chi ancora non ha visto questo film possa goderselo. 

Anna Massey, Karlheinz Böhm

L'occhio che uccide (1960): Anna Massey, Karlheinz Böhm

Un film agghiacciante, un thriller meraviglioso, a parer mio degno del miglior Hitchcock. 

Qui siamo veramente a livelli immensi di cinema, io personalmente sono tra quelli che ritengono che un grande film non ha bisogno necessariamente di grandi nomi, ma ha bisogno di grandi idee, grandi messaggi da comunicare e un regista dietro la macchina da presa che conosce il suo mestiere. 

E qui dietro la macchina da presa abbiamo Micheal Powell, che forse anche involontariamente film un film all'avanguardia più totale. 

Io credo che "L'occhio che uccide" sia uno dei primissimi esperimenti cinematografici in POV. Basta pensare alla scena iniziale, al primo omicidio. L'occhio della macchina da presa è il nostro occhio, Powell fa in modo che a guardare la vittima sia Mark ma siamo anche noi, quasi a volerci dire che noi che guardiamo siamo colpevoli tanto quanto Mark. La differenza sta nel fatto che noi siamo semplici telespettatori, di conseguenza del tutto impotenti di fronte alle scelte drammatiche del protagonista. 

Che altro dire, "L'occhio che uccide" è una autentica perla della storia del cinema, un cult a cui non si può rinunciare, uno di quei film che vanno visti e rivisti assolutamente. 

Un film spaventoso, che fa riflettere, tecnicamente perfetto e che a fine visione lascia veramente un senso di fastidio nello spettatore. Lo lascia gisutamente perchè trattando di un tema per niente fantasioso come la malattia mentale è chiaro che per definirsi "riuscito" deve dare fastidio. E ci riesce a meraviglia. 

Un capolavoro. Niente da aggiungere. 

 

VinnySparrow 

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