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Notorious - L'amante perduta

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Notorious - L'amante perduta

di woody
8 stelle

Senza tanti salamelecchi, Hitchcock prende una fetta di pellicola le spalma sopra dello spionaggio, ne prende un'altra e la intinge in uno sciroppo al gusto di romance. Credete forse che ne esca fuori uno stucchevole sandwich, pardon, film? No, per niente. Quel che ottiene lui - non si sa come faccia ma siamo lieti che ci riesca - è una leccornia per palati fini, un capolavoro da nouvelle cuisine assolutamente perfetto. Un classico intoccabile come Casablanca non solo per inguaribili romantici. Oddio, quando si hanno due protagonisti ideali come lo smagliante Cary Grant e la fulgida Ingrid Bergman (illuminano lo schermo diverse volte donandoci uno dei baci immortali del cinema) un passo bello grande in avanti è già stato compiuto. Ma la maestria del regista riesce a stupire ogni volta. Non solo recupera abilmente elementi chiave dai precedenti film come l'amour fou, la casa come fonte di pericolo e trappola mortale, l'avvelenamento, il macguffin, l’isolamento, ecc. (rammentano immediatamente "Rebecca la Prima Moglie", "L'ombra del Dubbio", "Il Sospetto" e anche "Il Club dei 39"), ma li ripropone con ingegnosa sagacia e freschezza d'idee per cui non si può minimamente accusare il flick in questione di esser solo una pallida copia od un collage dei precedenti. Ha infatti una sua forma e struttura ben precisa che gli conferiscono quell’unicità necessaria per non relegarlo tra le opere di maniera. Un altro saggio delle sue qualità, Hitchcok lo esibisce a livello di personaggi: se da un lato abbiamo l'opposizione tra il cinismo del padre ed il tormento morale della figlia, dall'altro è assente una manichea distinzione tra buoni e cattivi, palesata in modo esemplare nel ritratto di Sebastian, tanto sinceramente innamorato al punto da non accorgersi di nulla. Ed è allora che un altro dei componenti predominanti, il senso del dovere, richiederà (re)azioni al limite od estreme. Del resto, il comportamento sacrificale di Alicia aveva già messo sul piatto i rischi connessi alla vicenda. Questa insana lotta allo spasimo tra sentimenti contrastanti, passione vera, lealtà, obblighi morali e pericoli concreti, tende il film come un arco, rendendoci succubi dei risvolti prettamente umani e lasciandoci non dico indifferenti, ma marginalmente interessati agli sviluppi della spy-story. E qui arriva l'astuzia felina del paffuto Alfred: basta un lungo dolly, col fiato sospeso, per farci ripiombare nell'avvincente gioco mortale investigativo-spionistico all’insegna del puro thrilling, divertendosi insomma con lo spettatore come il gatto col topo. E di colpi di scena, inseriti al punto giusto, non ne mancano. Su tutti quello che porterà l’eroina ad accettare una convivenza indesiderata (che sa tanto di scelta totale, definitiva, senza ritorno) non solo per spirito patriottico, bensì per redimersi tramite la privazione più dolorosa gettando un’angosciosa grata tra lei e gli altri. Non ci si libera della tensione nemmeno alla fine, quando i passi di lei a discendere ci sembrano eterni e quelli dell’altro, a risalire ed ancora fortemente simbolici, drammaticamente pesanti ed ineluttabili. Da noleggiare unitamente a Casablanca per una soirée romantica. Se la vostra partner, rispettivamente il vostro partner, rimane impassibile impiegatela/o come freezer ed uscite a cercarne un’altra/o, possibilmente a sangue caldo.

Su Cary Grant

Abitualmente disinvolto, fascinoso e sornione. In coppia con Ingrid fa faville. Graziosa la scenetta del fazzoletto, ma è tutto da ammirare antecedentemente, nel prologo, quando disquisisce con la brilla Alicia, fino a giungere alla movimentata gita in auto.

Su Ingrid Bergman

Radiosa come sempre e come non mai, straziante nel tormento, langue e si macera con divina predisposizione. Un incanto.

Su Alfred Hitchcock

Che si può dire di quest'uomo che già non si sappia o semplicemente non si desuma da uno solo dei suoi film?

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