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Sulla strada di casa

Regia di Emiliano Corapi vedi scheda film

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La recensione su Sulla strada di casa

di supadany
7 stelle

Piccolo film realizzato senza mancare di imperfezioni, ma che meritava maggior fortuna e visibilità per come riesce ad evolversi, per dei preziosi momenti e per delle scelte che lo portano su binari anche insospettabili, sfilando nel noir, cambiando prospettive, parlando della persona qualunque che si ritrova di fronte ad una situazione imponderabile (per lui e non solo) e senza vie d’uscita ragionevoli.

Alberto (Vinicio Marchioni) accetta di fare da corriere per salvare la sua azienda in crisi tenendo all’oscuro la moglie (Donatella Finocchiaro) che non sospetta di nulla.

Poco prima di partire però un gruppo di malviventi irrompe in casa, obbligandolo a consegnargli la merce che sta per andare a prelevare in Calabria tenendo in ostaggio la sua famiglia.

Le cose si complicano ulteriormente quando il compito viene affidato, all’ultimo momento, ad un altro uomo (Daniele Liotti) che quindi insegue in auto con l’idea di rubargli il vitale carico, costi quel che costi.

 

 

Opera prima interessante, a partire dal fatto di “nutrirsi” della crisi economica che colpisce soprattutto gli onesti (come un dialogo tra Alberto ed un suo amico imprenditore sottolinea) ponendo quindi persone normali di fronte a situazioni inestricabili.

Si segue così con apprensione il tortuoso percorso di Alberto, con le sue inevitabili indecisioni ed i momenti di presa di coscienza della sua incapacità criminale, tra spiragli inaspettati (l’incrocio con i carabinieri) e situazioni concitate a livello interiore che si sentono vivamente pulsare su schermo.

Ad arricchiare la scena ci pensa poi il cambiamento del punto di vista (tra l’altro valorizzato da una ripresa che invece di inseguire il “nuovo” protagonista in movimento se ne allontana), alla fine si tratta semplicemente di un’altra vittima del sistema sociale tale e quale ad Alberto, deciso (una foto di famiglia è un dettaglio che non può lasciare distante chi sente di dover espiare un colpa) a salvare il salvabile senza pensare solo a se stesso (come ha sempre fatto Alberto con i suoi operai).

Lo svolgimento lascia spesso e volentieri col fiato in sospeso, una rarità per i film italiani di genere, peccato che il finale, per quanto pregno di significati (il più sofferente deriva dal fatto che una possibilità di salvezza reale c’era) appaia mozzato (una scena madre lo è a tutti gli effetti) e che arrivi quasi furtivo (a questo ci ha pensato anche il distributore del dvd, Cecchi e Gori, che ha segnato una durata maggiore di più di quaranta minuti che quindi trae in inganno durante la visione).

E’ comunque soprattutto un film giustamente nervoso, che ci fa sentire vicini i personaggi, in grado di creare dal nulla un’angosciante atmosfera per cui nonostante qualche passaggio flebile (a parte le note sul finale non sono numerosi) merita una sua collocazione privilegiata in quel frangente che affronta le difficoltà economiche di questi anni scegliendo peraltro una strada poco battuta per farlo.

Intensivo. 

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