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Neil Young Journeys

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

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La recensione su Neil Young Journeys

di rocky85
8 stelle

Premessa: quanto leggerete in queste righe sarà terribilmente "di parte", mosso da devozione assoluta per Neil Young, magnifico rocker canadese che ha segnato musicalmente la mia gioventù. Neil Young Journeys è la terza parte di una ideale trilogia che il regista premio Oscar Jonathan Demme ha dedicato al suo mito musicale di sempre Neil. Documentario itinerante e intimista, si suddivide in due piani contrapposti, che si alternano tra di loro. Da una parte, il road movie: Neil, tornato nel natìo Ontario (Canada) per un concerto, a bordo di una vecchia Ford in compagnia del fratello Bob e del regista stesso, ripercorre le strade e i luoghi che appartengono alla sua giovinezza. Passa per la scuola frequentata da bambino, si ferma nella vecchia terra dei genitori, dove era cresciuto e presso il lago dove andava a pescare. Dall'altra parte, Demme riprende in immagini il concerto stesso, tenutosi nella Massey Hall di Toronto. E quì è impossibile non abbandonarsi totalmente alla delicata e sottile voce di Neil, ancora quasi identica a quella di cinquant'anni fa, ai dolci suoni del piano o alle trascinanti cavalcate elettriche. Solo in scena, davanti ad una platea che si sente ma non si vede, in compagnia soltanto delle sue chitarre, di un pianoforte e di un'armonica, Neil si scatena e soffre, distorce i suoni della chitarra elettrica costringendo la macchina da presa ad utilizzare angolazioni sghembe per adeguarsi. Con l'aiuto di primissimi piani che si soffermano su un volto invecchiato eppure ancora trasognante e fanciullesco. Lo scopo di questo terzo capitolo, diverso dai primi due (Neil Young: Heart of Gold e Neil Young Trunk Show) è quello di indagare prima di tutto sulla persona, di scandagliare un uomo silenzioso e normalmente impenetrabile. La scaletta musicale prevede brani più recenti, tratti dall'album La Noise del 2010, e classici indimenticabili quali Ohio (durante la quale scorrono le immagini degli scontri avvenuti in Ohio nel 1970 e e che portarono alla morte di quattro giovani manifestanti), Down By The River, After the Gold Rush, I Believe In You e My My Hey Hey. Finito il concerto, Neil saluta il pubblico e si rimette in viaggio, lontano dalla sua terra e verso nuovi lidi ed infiniti tour. Cose che noi comuni mortali possiamo solo immaginare.

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