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Il mio migliore incubo!

Regia di Anne Fontaine vedi scheda film

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La recensione su Il mio migliore incubo!

di zombi
6 stelle

parigi, la ricca borghesia artistica e il cazzone proletario che non pensa ad altro che a scoparsi donne grandi forme per annegare nelle loro grandi mammelle. il film è risaputo, nulla fugge ai clichè anche se sono trattati almeno con dialoghi brillanti per gran parte della durata della pellicola. parigi è sempre lì a farsi sognare da tutti anche se i luoghi sacri non si vedono, ma si sa d'esserci seppur virtualmente. la ricca borghesia fatta di editori simpatici che s'abituano a stare al mondo senza più sapere cosa sia un'avventura che sia un'avventura al di fuori di vernissage dove vengono presentati i libri degli intellettualoni che vanno ad ingolfare le scaffalature delle ennesime librerie. editori che convivono con galleriste rigide come cadaveri conservati nei ghiacciai delle alpi, secche come modelle anoressiche e bretoni fin nel midollo che nessuno sopporta ma che tutti tollerano perchè "il diavolo veste adorabili vestitini neri di tutte le fogge". e poi eccolo... il perdente fancazzista slirato che ha la fortuna di avere come figlio un cavallo di razza che va a gonfie vele nella ricca scuola. da qui scontri di classe verbali simpatici e divertenti, rivoltoni sessuali e poi affettivi. si riscopre la vita e tutto ciò che può farti apprezzare. il film della fontaine si salva solo ed esclusivamente, da un anonimo ripescaggio serale estivo, per i cavalli di gran razza che esibisce come se li avesse fatti lei. la huppert che quando ride la prima volta vien fin da pensare "GARBO LAUGHS" ooops sorry "HUPPERT RIT" e nonostante sia sempre uguale a se stessa è talmente grande che le si perdona questa commediola perchè si ridecon la huppert. andrè dussolier purtroppo è un pò abbandonato e dispiace perchè la sua grandeur è indiscutibile, come quando stremati(lui ed io)dalle scempiaggini new age della giovane compagna esala un liberatorio "gatto di merda". benoit poelvoorde già amato nel bello "emotivi anonimi" qui trasuda maschia sensualità operaia bravo a reggere qualsiasi paragone persino con la più grossa cagacazzi bretone mai conosciuta. insomma per una serata spensierata cosa si può sperare di meglio?

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